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                  LE NAVI DELLA REGIA MARINA E DELLA MARINA MILITARE CON IL NOME CARABINIERE



                     Poiché non vi era
                  più  la  necessità  di
                  restare in quell’area,
                  le navi italiane ebbe-
                  ro ordine di rientra-
                  re    e   la   XIII
                  Squadriglia  con  il
                  Carabiniere, invece di
                  fare    rotta    per
                  Taranto, fu assegna-
                  ta  a  scortare  la  III
                  Divisione composta
                  dagli   incrociatori
                  pesanti  Gorizia e
                  Trento  e  pertanto  si  Il fascicolo contenente le copie dei documenti riguardanti l’Operazione
                  diresse  a  Messina.   britannica “M.F. 5”
                  Questa  formazione           (Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Roma)
                  attraversò l’area dove era in agguato il sommergibile britannico P 36 del tenente
                  di vascello Harry Noel Edmonds al largo di Capo Spartivento.
                     Il battello era a quota periscopica e il suo comandante avvistò le unità della
                  Regia Marina identificandole correttamente e decise di attaccare uno dei due
                  incrociatori.
                       Edmonds pensò di lanciare contro quello che gli si presentava per primo,
                  ma nel manovrare il P 36 l’ufficiale si rese conto che non avrebbe potuto col-
                  pirlo per cui alle 13:15, da una distanza di circa novecento metri, lanciò una
                  salva di quattro siluri contro il secondo incrociatore che era il Gorizia, dopodi-
                  ché scese di quota preparandosi alla reazione delle navi italiane .
                                                                               (80)
                       Una delle vedette di plancia a dritta del Carabiniere notò le scie di due dei
                  quattro siluri a proravia del traverso e subito il timoniere accostò a dritta e fu
                  informato il comando della III Divisione per ultra corte dell’avvistamento. Il
                  caccia manovrò e riuscì a evitare i due siluri segnalati ma fu colpito sulla dritta
                  a prora da uno di quelli che non erano stati notati .
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                  (80)  JÜRGEN ROHWER, Allied Submarine attacks of  World War Two. European Theatre of  Operations,
                       1939-1945, London, Greenhill Books, 1997, pag. 152.
                  (81)  L’equipaggio di un velivolo tedesco bimotore Junkers Ju 88 del I/NJG.2 che scortava la
                       formazione navale italiana notò la scia di uno dei siluri ma non fece in tempo a segnalare
                       il pericolo per la troppo breve distanza che vi era fra il sommergibile che li aveva lanciati
                       e il Carabiniere, vedi AUSMM, Scontri navali ed operazioni di guerra, busta 49: lettera del capi-
                       tano di fregata Virginio Rusca a Supermarina redatta a Messina il 17 febbraio 1942, con
                       n. di protocollo 151 S e avente oggetto “Azione di sommergibile nemico il 16 febbraio
                       1942”.
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