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LE NAVI DELLA REGIA MARINA E DELLA MARINA MILITARE CON IL NOME CARABINIERE
Anche l’Alpino ed altri mas nel frattempo sopraggiunti iniziarono a lanciare
bombe di profondità e il P 36 registrò ben duecentoventicinque esplosioni che
non lo danneggiarono ma lo obbligarono a rimanere immerso senza poter dare
il colpo di grazia al Carabiniere .
(82)
Danni patiti dal Carabiniere il 16 febbraio 1942
(Fototeca dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Roma)
Per rinforzare la scorta a quest’ultimo caccia giunse anche la torpediniera
Generale Marcello Prestinari e il rimorchiatore Instancabile (catturato agli jugoslavi) che
sostituì la Giuseppe Dezza nel traino del Carabiniere che, alla velocità di tre nodi, si
ormeggiò al pontile del carbone a Messina alle 08:30 del 17 febbraio.
Nel frattempo nella base siciliana avevano cominciato a rimettere in gal-
leggiamento tutti i natanti che si trovavano nel bacino di carenaggio per far
posto al caccia danneggiato; il Carabiniere cominciò a sbarcare le munizioni, le
bombe di profondità, i siluri e altro materiale e alle 16:00 entrò in bacino per
iniziare le riparazioni.
(82) A queste unità si unì alla caccia al P 36 anche la moderna torpediniera Pallade dotata di eco-
goniometro, vedi ivi: comunicazione telefonica dell’ammiraglio di squadra Pietro Barone da
Messina al contrammiraglio Sergio Fontana a Supermarina del 17 febbraio 1942 alle ore 09:10.
Il P 36 il 1° aprile 1942 venne affondato mentre era alla fonda alla Valletta durante un bom-
bardamento aereo tedesco; il relitto fu recuperato il 7 agosto 1958 per liberare l’area portuale
e fu definitivamente affondato al largo di Malta il 22 agosto successivo, vedi Frank Woodgate
LIPSCOMB, The British Submarine, Greenwich, Conway Maritime Press, 1975, pagg. 104-105;
Alberto SANTONI, Francesco MATTESINI, La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel
Mediterraneo (1940-1945), cit., pag. 175.
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