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                  LE NAVI DELLA REGIA MARINA E DELLA MARINA MILITARE CON IL NOME CARABINIERE



                       Purtroppo  fra  i  membri  dell’equipaggio  del  caccia  si  registrarono  nove
                  morti, altrettanti dispersi e quarantatre furono ricoverati all’Ospedale Militare
                  Marittimo di Messina ma di essi tre in seguito decedettero .
                                                                           (83)


















                  Il cacciatorpediniere Ascari, gemello del Carabiniere, il 24 marzo 1943 incappò in una mina mentre   I
                  stava trasportando truppe tedesche in Tunisia. L’ordigno esplose asportandogli di netto la prora   s
                  come era accaduto al Carabiniere quando era stato silurato il 16 febbraio 1942, ma non fu altrettanto   c
                  fortunato perché affondò poche ore dopo aver urtato la mina                             f
                                    (Fototeca dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Roma)
                       Comunque, nonostante le perdite e i danni patiti, il Carabiniere dimostrò di
                  essere una nave fortunata perché altre unità similari, colpite da un siluro, erano
                  affondate nel giro di pochi minuti con la scomparsa di quasi tutto l’equipaggio.
                       Mentre il caccia era nel bacino gli fu ricostruita una piccola prora posticcia
                  e il 29 marzo, circa un mese e mezzo dopo il siluramento, il Carabiniere tornò in
                  acqua e il giorno seguente fu in grado di effettuare le prove di macchina e la
                  tenuta della nuova prora.
                       Il 3 aprile al comando del capitano di fregata Ugo Avelardi lasciò la base
                  siciliana e il giorno successivo giunse a Napoli, da dove ripartì il 10 per Livorno
                  insieme  alla  torpediniera  Enrico  Cosenz  che  lo  avrebbe  scortato  e  al  caccia
                  Fuciliere che avrebbe proseguito per La Spezia per andare ai lavori. Era stato
                  infatti deciso che per accelerare il rientro in servizio del Carabiniere, invece di
                  costruire una nuova prora, gli sarebbe stata montata quella di un gemello, il
                  Carrista, che in quel periodo era in fase di costruzione nel Cantiere OTO della
                  città labronica .
                                (84)
                  (83)  AUSMM, Scontri navali ed operazioni di guerra, busta 49: lettera del capitano di fregata Giacomo
                       Sicco  a  Supermarina,  al  Comando  in  Capo  delle  Forze  Navali,  al  Comando  della  III
                       Divisione, a Marigrup redatta il 20 febbraio 1942, con n. di protocollo 341 SRP e avente
                       oggetto “Rapporto di navigazione”.
                  (84)  Ivi, Statini dell’attività bellica delle navi, busta 8, fascicolo 9: “R.C.T. Carabiniere. Diario di guerra”,
                       annotazione del 10 aprile 1942; Elio ANDÒ, Erminio BAGNASCO, Navi e marinai italiani nella
                       Seconda Guerra Mondiale, Parma, Albertelli, 1981, pagg. 153-154, 167. Il Carrista in seguito fu
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