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STUDI MILITARI
La parte anteriore
del caccia si staccò di
netto fino all’ordinata
numero 44 affondan-
do immediatamente e
l’impianto binato da
120 millimetri si
rovesciò all’indietro
demolendo la parte
prodiera della plancia
e rimanendo in posi-
zione verticale
appoggiato sulle
lamiere contorte del
castello; parte del
fasciame dello scafo
e della coperta fu
deformato con infil-
trazioni d’acqua in
numerosi locali.
Il capitano di fre-
gata Sicco fece fer-
Mappa con riportata la rotta seguita dal Carabiniere e il punto del suo silu- mare le motrici, dette
ramento da parte del sommergibile britannico P 36 il 16 febbraio 1942 ordine al direttore di
(Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Roma) macchina di iniziare
le operazioni di esaurimento dell’acqua penetrata a bordo e di bilanciamento, al
comandante in seconda di radunare l’equipaggio a poppa, di ammainare la moto-
lancia e alcune zattere tipo Carley per recuperare il personale che era stato sbal-
zato in acqua al momento dello scoppio del siluro e di estrarre dal groviglio delle
lamiere di prora i marinai che vi erano rimasti incastrati. Alle 13:25 Sicco passò
alla stazione di governo di poppa e ne mise in funzione il timone e su un mas
che si era affiancato fece sbarcare i feriti più gravi affinché fossero portati rapi-
damente a terra.
Il Bersagliere si avvicinò al Carabiniere e Sicco gli chiese di girare intorno al
caccia danneggiato e di lanciare bombe di profondità per evitare che il sommer-
gibile britannico reiterasse l’attacco e tentò di far rimettere in moto la motrice
di sinistra e procedere a retromarcia. Tuttavia ciò non fu possibile e allora si
fece prendere a rimorchio dalla torpediniera Giuseppe Dezza che nel frattempo
era giunta in zona.
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