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I CARABINIERI, LO SBARCO ALLEATO IN SICILIA
E L’ALLIED MILITARY GOVERNMENT OF OCCUPIED TERRITORIES
viveri e vettovaglie ai braccianti fino ad uccidere quella povera gente che osava
insorgere per non farsi depredare dei propri averi .
(18)
Come scrisse il Generale di Corpo d’Armata Rodolfo Corselli, commentan-
do quegli ultimi mesi di guerra di alleanza con l’Asse, “nei riguardi dei belligeranti,
i Tedeschi erano alleati e i siciliani riconoscevano che combattevano molto valo-
rosamente, ma - come di consueto - facevano soverchierie e prepotenze continue
nelle regioni dov’erano dislocati, cosicché in definitiva erano molto malvisti.
Viceversa, se erano quasi indifferenti verso gli Inglesi, i siciliani avevano partico-
lari simpatie per i reparti americani, sapendo che in mezzo a loro c’erano molti
conterranei provenienti dagli Stati Uniti dove avevano emigrato anni prima” .
(19)
Non è facile, dunque, riunire i tasselli di siffatto marasma bellico dove, in
terra di Sicilia, la popolazione civile rimase intrappolata tra due fuochi di guerra,
cioè quello dall’avanzata e quello della ritirata militare delle armate contrappo-
ste, ed è alquanto eufemistico definire come imbarazzante la situazione in cui si
vennero a trovare i Carabinieri Reali, sui quali si poggiavano le speranze di sal-
vezza della gente di quei devastati territori. Infatti nell’arco di tempo fra il 10 e
il 25 luglio le aree più critiche furono le province di Siracusa, Ragusa, Agrigento
e quella di Caltanissetta per il suo sbocco a mare su Gela.
Volendo riassumere in una rapida informazione questo vero e proprio cal-
vario del popolo siciliano che abitava nei luoghi interessati dalle operazioni mili-
tari, e non volendo sottacere gli interventi dei militari dell’Arma a sua protezio-
ne, ci sembra significativo richiamare alla memoria alcuni episodi nei quali que-
sta ottemperò ai doveri militari e alle leggi di umana civiltà.
A Palazzolo Acreide - che era stato pesantemente bombardato il 9 luglio
con 1848 morti - in seguito alla ritirata di un Reggimento comandato dal
Colonnello Ronco della 57ª Divisione ‘Napoli’ del Generale Fiumara verso il
bivio di Noto, rimasero nel paese i soli Carabinieri Reali a testimonianza dell’ul-
tima ed indefettibile presenza dell’autorità nazionale italiana; in molti luoghi
(18) Sulla violenza esercitata contro la popolazione civile siciliana è assai opportuno conoscere le
inchieste avviate dalla Magistratura militare italiana e dalla Commissione mista italo-tedesca
costituita dai rispettivi Ministeri per gli Affari Esteri. Si leggano pertanto gli Atti processuali
dell’inchiesta portata a termine dal Procuratore Militare Dott. Enrico Buttitta nel 2004 circa
gli episodi di cui furono protagonisti elementi delle truppe americane nella penetrazione
verso le basi aeronautiche poste all’interno del territorio di sbarco. Il rapporto con cui la
Commissione italo-tedesca conclude i propri lavori nel luglio del 2012 segnala che nelle pro-
vince di Ragusa, Caltanissetta, Catania, Messina, Palermo avvennero da parte dei militari
tedeschi in quel tempo alleati circa sessantacinque episodi di violenza. Di questi dodici epi-
sodi accaddero fra il gennaio 1942 e il 10 luglio 1943, mentre si registrarono dal 10 al 25
luglio 1943 nell’interno dell’area di Caltanissetta altri venticinque episodi con sessntasei vit-
time. Sull’argomento delle stragi si consulti, a titolo indicativo, Giuseppe Carlo MARINO (a
cura di), La Sicilia delle stragi, Newton Compton, Roma, 2007; Giovanni BARTOLONE, Le stragi
alleate e tedesche nella Sicilia dal 1943-44, Aiello&Provenzano, Bagheria, 2005.
(19) Generale Rodolfo CORSELLI, cit., pag. 168.
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