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STUDI MILITARI
La difesa dei territori della fascia meridionale del litorale ionio e mediter-
raneo fu affidata, dunque, alle sole ed uniche Forze Armate italiane di terra con
una minima protezione aerea dalle basi limitrofe della Regia Aeronautica di San
Pietro-Biscari-Acate, di Ponte Olivo e di Gerbini, rimanendo esse tuttavia prive
dell’intervento di soccorso delle navi della Regia Marina allocate nelle vicine
piazzeforti portuali di Augusta e di Taranto . Esse contavano invece alle pro-
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prie spalle sul supporto un pò arretrato della Brigata Kampfgruppe del
Generale Schmaltz la quale era composta da alcuni reparti della Divisione
corazzata ‘Herman Goering’ che erano stati uniti ad un Reggimento della 15ª
Divisione Panzergrenadier posta a guardia della costa sud di Catania. Era al
comando della VI Armata italiana il Generale Guzzoni che, con il XII e il XVI
Corpo d’Armata, la 4ª Divisione ‘Livorno’, la 26ª Divisione ‘Assietta’, la 54ª
Divisione ‘Napoli’, la 28ª Divisione ‘Aosta’, le cinque Divisioni costiere, le due
Brigate costiere, un Reggimento costiero e le forze dei Carabinieri Reali che
erano a sua disposizione per impedire con fermezza l’invasione e contrattaccare
con altrettanta decisione . Dinanzi alle ondate nemiche che si riversavano sulla
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terraferma, il suolo della costa siciliana, nonostante l’inferiorità degli armamenti
e l’esiguità di unità motorizzate italiane, fu infatti difeso aspramente palmo a
palmo con grande coraggio e con gravi perdite dei mezzi e degli effettivi.
Nel quadro della ricostruzione degli eventi che furono coevi all’iniziale
incalzare dei combattimenti sullo slancio dell’invasione alleata, è un nostro
imperativo morale far luce, giunti a questo punto, sull’onore e la dignità dei
nostri Carabinieri facendo emergere alcuni episodi di cui tragicamente essi furo-
no vittime e che, per altro verso, macchiarono in maniera efferata in alcuni casi
l’onore e la dignità militare di certuni nemici i quali si abbandonarono ad una
ingiustificata ed inusitata ferocia nei loro confronti.
Mentre le forze inglesi si dirigevano verso Siracusa appena sbarcate, quel-
l’alba del 10 luglio a Santa Teresa di Longarini-Cassibile presso il casello ferro-
viario della strada statale 115 sia un posto di blocco del nostro 146º Reggimento
(9) La base navale di Augusta affidata all’Ammiraglio Leonardi si autodistrusse quasi subito,
mentre le quattro corazzate e i sette incrociatori di stanza nei porti di Taranto e La Spezia
non poterono intervenire forse perché a corto di carburante.
(10) Il Generale di Corpo d’Armata Rodolfo Corselli riassume sinteticamente la dislocazione in
questi termini: “era dislocata nell’isola la 6ª A. Guzzoni, così costituita: 6 Divisioni costiere;
il C.A. XII Arisio poi Zingales a Corleone (Div. ‘Assietta’, ‘Aosta’), XVI Rossi a Piazza
Armerina (Div. ‘Napoli’). Comando e riserva di Armata a Enna con Div. ‘Livorno’ per 2/3
motorizzata (elemento di manovra), reparti non indivisionati e territoriali. C’erano inoltre tre
Div. Germaniche: la Goering corazzata, la 29ª Panzer Grenadiere e la 15ª Divisione Fanteria.,
più reparti della 1ª paracadutisti. Formavano il XIV C.A. Huber”. (Rodolfo CORSELLI, Cinque
anni di guerra italiana, Roma, 1951, pag. 165); vedi pure Generale Emilio FALDELLA, Lo sbarco
e la difesa della Sicilia, ed. L’Aniene, Roma 1956. L’Autore era stato Capo di SM dell’Armata
italiana in Sicilia comandata dal Generale Guzzoni.
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