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                                   I CARABINIERI, LO SBARCO ALLEATO IN SICILIA
                          E L’ALLIED MILITARY GOVERNMENT OF OCCUPIED TERRITORIES



                  i controlli annonari, reprimere la borsa nera e soccorrere la popolazione dai cri-
                  minali e devastanti bombardamenti alleati delle città dell’isola che imperversa-
                  rono da maggio a luglio con vere e proprie finalità terroristiche su obiettivi che
                  non erano assolutamente militari .
                                                  (6)
                       Nel disordine generale di un sistema politico che si andava spappolando
                  fin dalle sue fondamenta, l’Arma rappresentò una certezza d’ordine, una affida-
                  bile prossimità per tutti i siciliani. Nel caos di quell’estate siciliana di guerra,
                  dove si bruciavano le ultime possibilità di una onorevole sconfitta, fu merito
                  principale dell’Arma dei Carabinieri Reali quello di dare il limpido esempio di
                  saper coniugare l’inflessibilità del dovere con l’umanità della solidarietà. In quel-
                  le circostanze i Carabinieri vinsero in Sicilia la loro battaglia morale: essa pro-
                  durrà ancora maggiori frutti a favore della loro considerazione pubblica nell’im-
                  mediato secondo dopoguerra isolano.


                  2.  Il tempo dell’onore militare. I Carabinieri Reali in difesa della Sicilia
                       Come si può arguire in quei mesi di guerra a cavallo dell’inverno del 1942
                  e l’estate del 1943 l’Arma dei Carabinieri fu allertata in Sicilia per controllare in
                  maniera più stringente alcune dinamiche che potevano prefigurare scenari pre-
                  occupanti. La situazione del fronte interno appariva logorata sia sotto l’aspetto
                  degli  effetti  della  sempre  più  larga  dissociazione  politica  nei  confronti  della
                  indissolubilità del vincolo dell’Asse italo-tedesco, sia nei riguardi della mistifi-
                  cante propaganda della guerra ad oltranza, sia nel contrastare l’illegalità e, spe-
                  cificamente, i rigurgiti mafiosi che covavano sotto la cenere e che nell’immediato
                  futuro, per turpi calcoli e per inconfessabili acquiescenze, avrebbero spadroneg-
                  giato sul territorio.
                       Sul fronte della prima linea della guerra combattuta in quell’estate siciliana
                  del 1943, l’Arma rispose egregiamente nel suo impiego militare con lo stesso
                  spirito  di  disciplina  e  dell’onore  che  aveva  dimostrato  nei  teatri  della  Libia,
                  dell’Etiopia, dei Balcani e della Russia. Le Stazioni e i reparti dei Carabinieri
                  Reali inquadrati nel sistema delle forze armate e di sicurezza poste a difesa del-
                  l’isola si batterono con decisione per resistere contro la quasi sicura invasione.


                  (6)  Tra i più sconvolgenti bombardamenti si ricorda quello del 9 maggio del 1943 a Palermo,
                       quando oltre duecento aerei delle forze nemiche alleate quasi rasero al suolo l’intera città
                       dell’epoca provocando un migliaio di morti. Per aver subito questa immane ferita, Palermo
                       è stata decorata di Medaglia d’Oro al Valor Militare. Di questo bombardamento sono visibili
                       ancora ampie tracce in quella parte di città che oggi è considerata il suo centro storico e fino
                       alla metà dello scorso settembre gli artificieri dell’Esercito hanno dovuto disinnescare una
                       bomba americana disseppellita durante gli attuali lavori condotti nella zona portuale. A segui-
                       re va ricordato il diluvio di bombe abbattutosi il 12 giugno su Catania, poi di nuovo su
                       Palermo, e il 18 e 25 giugno su Messina.
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