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STUDI MILITARI
Le dicerie popolari favoleggiavano intorno alla presenza in incognito, tra
la fine di giugno e i primi di luglio del 1943, perfino del Tenente Colonnello sta-
tunitense Charles Poletti , mentre è storicamente documentato l’appello lancia-
(4)
to dal leader sicilianista Andrea Finocchiaro Aprile il 12 Giugno del 1943, cioè
in occasione della conquista anglo-americana della ben munita base aeronavale
di Pantelleria ad appena un mese prima che i nemici mettessero piede nell’isola,
perché costoro sapessero che i siciliani erano contrari al fascismo, al nazismo e
a quella guerra italo-tedesca condotta congiuntamente anche in quei giorni dagli
eserciti delle due nazioni per tentare di sbarrare l’occupazione del lembo sicilia-
no della penisola.
Sotto questo aspetto appare interessante prendere visione delle relazioni
inviate dai preposti organi dell’Arma alle Prefetture siciliane: dalla loro lettura
si possono chiaramente cogliere sia i malumori e la progressiva disaffezione
della popolazione nei riguardi del Regime , sia il vigile intento dei Carabinieri
(5)
Reali rivolto a contrastare le deviazioni siciliane scissionistiche dall’unità della
Patria camuffate ora come una sorta di resistenza ora come opposizione al
Governo di Mussolini, in qualche modo ispirate da una larvata intesa con colo-
ro che si apprestavano alla conquista della Sicilia.
Nel convulso avvicinarsi del 10 luglio del 1943, perciò, l’Arma dei
Carabinieri dovette seguire con attenzione la ricostituzione di un tessuto politi-
co siciliano che sembrava devitalizzato durante gli anni del Ventennio e relegato
ad una sparuta testimonianza degli esponenti del vecchio mondo liberale e del
partito popolare sturziano. La classe politica pre-fascista che attendeva il preci-
pitare degli eventi militari anche come una desiderata opportunità per rifondare
il pluralismo civile e politico della vita democratica del Paese dovette anche
esercitare una oculata vigilanza di contrasto nei riguardi della rinascita di antiche
nostalgie politiche quarantottesche pre-unitarie, invero per lo più imputabile ai
ceti dell’aristocrazia latifondista. Si comprende, dunque, a quali grandi e delicate
difficoltà in Sicilia andasse incontro l’Arma durante questa delicata fase, doven-
do essa rintuzzare gli inevitabili episodi di disfattismo civile e militare, eseguire
(4) Si vociferava che il predetto ufficiale americano si trovava nascosto sotto mentite spoglie nel
palazzo dell’Arcivescovato di Monreale, oppure, secondo una testimonianza dell’ex Senatore
Cipolla, a casa del Barone Lucio Tasca Bordonaro che era un noto capo del separatismo sici-
liano. Sul tema è utile leggere Ezio COSTANZO, Mafia§Alleati. Servizi segreti americani e sbarco in
Sicilia. Da Lucky Luciano ai sindaci ‘uomini d’onore’, in Le Nove Muse, Catania 2006; Giuseppe
CASARUBEA, Mario Josè CEREGHINO, Operazione Husky. Guerra psicologica e intelligence nei docu-
menti segreti inglesi e americani sullo sbarco in Sicilia, Castelvecchi, Roma, 2013.
(5) Cfr. ASPA, Gabinetto di Prefettura (1941-1945), b. 707, fasc. 17: ‘scritte sovversive contro il
Governo (1941-1945)’, dove compaiono anche interessanti documenti della Tenenza dei
Carabinieri Porto di Palermo. Analoghe informative, che potrebbero costituire in tal senso
un utile materiale da esplorare, sono altrettanto depositate presso gli Uffici delle Prefetture
delle altre Province siciliane.
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