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A PROPOSITO DI BOSCHI SACRI NELL’ESPERIENZA GIURIDICA ROMANA
fenomeni analoghi sono attestati in varie parti del globo nelle epoche antiche
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così come nell’era contemporanea .
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Venendo al mondo romano, questo tipo di «santuari» non solo era piutto-
sto diffuso, visto il numero di attestazioni che ci sono pervenute, ma il culto ivi
esercitato era verosimilmente popolare e radicato.
Va notato che ancora nel 392 d.C. Teodosio il Grande, nel comminare pene
severe a coloro che ancora praticavano culti pagani, dedica alcune parole della
sua costituzione a una specifica infrazione del divieto, che con ogni probabilità
era in qualche modo connessa ai boschi sacri: si tratta di coloro che come gesto
di devozione «legano nastrini agli alberi» (si quis… redimita vittis arbore… vanas
imagines… honorare temptaverit) .
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Un gesto di devozione umile, per lo scarso valore economico dell’offerta,
come riconosce lo stesso legislatore (humiliore licet muneris praemio, tamen plena religionis
iniuria) , che era la manifestazione tarda dell’antica usanza di appendere ex voto ai
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rami degli alberi dei boschi sacri, usanza ampiamente attestata, oltre che dalle
fonti , dalle pitture conservate presso il Museo Archeologico di Napoli .
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I riferimenti ai luci sacri nella letteratura latina sono numerosi. Fra i più noti
vi è il passo della lettera 41 di Seneca a Lucilio, nel quale si fa cenno al mistero
del bosco sacro, dove la maestà della natura lascia intendere l’invisibile presenza
della divinità: Si tibi occurrerit vetustis arboribus et solitam altitudinem egressis frequens
lucus et conspectum caeli densitate ramorum aliorum alios protegentium summovens, illa
proceritas silvae et secretum loci et admiratio umbrae in aperto tam densae atque continuae
fidem tibi numinis faciet .
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Questi luoghi misteriosi possono anche suscitare spavento, timore, se non
orrore. Come giustamente ricorda Thédenat, i boschi sacri possono essere
oscuri, atri, perfino minacciosi .
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Per questo aspetto, essi ricordano i boschi incantati, talvolta abitati da
esseri sovrannaturali, tipici delle favole della tradizione popolare europea, e spe-
cialmente nordica.
(11) R. HÄUSSLER, G. F. CHIAI (ed.), Sacred Landscapes in Antiquity. Creation, Manipulation,
Transformation, Oxford 2020.
(12) Sul punto cfr. B. VERSCHUUREN, R. WILD, J. MCNEELY, G. OVIEDO (eds.), Sacred Natural Sites,
Conserving Nature and Culture, London - Washington 2010.
(13) CTh. 16.10.12.
(14) Ibid.
(15) GOTHOFR, Comm. ad loc, cit.
(16) O. DE CAZENOVE, Suspension d’ex-voto dans les bois sacrés, in O. De CAZANOVE, J. SCHEID, Les
bois sacrés, cit., pagg. 111 ss.
(17) Sen. Ad Lucil. 41, 3.
(18) H. THÉDENAT, op. cit., pag. 1352.
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