Page 16 - Rassegna 2021-2_Inserto
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INSERTO
intelligenti (molti si stanno laureando), che vestono con eleganza, leggono
molto. Sbirri di classe, insomma”. Sbirri studiati ossessivamente dai terroristi:
“Abbiamo controllato che molti non dormono in caserma e girano in abiti civi-
li”» . Tra di essi dalla Chiesa riuscì a inserire due donne, ispettrici di polizia
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assegnate dal Ministero dell’Interno, così anticipando di molti anni l’attuazione
dell’art. 51 Cost., sub specie generis, nel mondo militare (all’epoca era più o meno
un tabù).
Da notare la considerevole specularità della struttura e della disciplina inter-
na del Nucleo con l’organizzazione delle Brigate Rosse . Corrispondenza mas-
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simamente esemplificata dalla comune adozione di nomi di battaglia (tradizione
tuttora viva nel Raggruppamento), tendente alla divaricazione massima tra iden-
tità personale e identità sociale: se nel caso dei brigatisti si tratta anche di una
modalità per collegarsi idealmente all’esperienza partigiana, per i militari tale stra-
tagemma è frutto della memoria del Generale dalla Chiesa, protagonista effettivo
della Resistenza. Insomma, sostituendo solo poche parole, anche il militare del
Nucleo si può riconoscere nell’incipit del Catechismo del rivoluzionario, anno 1869,
opera di quel Sergej Gennadievič Nečaev, ispiratore, tra I Demoni di Dostoevskij,
del nichilista manipolatore Pëtr Verchovenskij: «Il rivoluzionario è un uomo per-
duto. Non ha interessi propri, affari privati, sentimenti, legami personali, pro-
prietà, non ha neppure un nome. Un unico interesse lo assorbe e ne esclude ogni
altro, un unico pensiero, un’unica passione: la rivoluzione» . Ovviamente è la
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«passione» ad essere diametralmente opposta: alla «rivoluzione» le donne e gli
uomini di dalla Chiesa sostituiscono la Costituzione liberale e democratica.
3. Gli anticorpi prodotti dal “metodo anticrimine”
Uno sforzo analitico così dispendioso per un reparto investigativo deter-
mina un effetto secondario di non poco conto.
(19) A. GALLI, op. cit., pag. 123.
(20) Lo stesso Generale dalla Chiesa sostenne che «I nostri reparti dovevano vivere la stessa vita
clandestina delle Brigate Rosse. Nessun uomo fece mai capo alle caserme: vennero affittati
in modo poco ortodosso gli appartamenti di cui avevamo bisogno, usammo auto con targhe
false, telefoni intestati a utenti fantasma, settori logistici ed operativi distanti tra loro», in
http://www.carabinieri.it/arma/curiosita/non-tutti-sanno-che/d/dalla-chiesa-carlo-alberto.
(21) S. G. NEČAEV, Catechismo del rivoluzionario, in M. CONFINO, Il catechismo del rivoluzionario. Bakunin
e l’affare Necaev, Milano, Adelphi, 1976, pag. 125. Analogamente, ecco cosa dalla Chiesa disse
una volta ai suoi uomini: «da oggi nessuno di voi ha più un nome, una famiglia, una casa. Da
adesso dovete considerarvi in clandestinità. Io sono il vostro unico punto di riferimento. Io
vi darò una casa, io vi ordinerò dove andare e cosa fare. Il paese è terrorizzato dai brigatisti.
Da oggi sono loro ad aver paura di noi e dello Stato» (G. GOVERNALE, Fedele allo Stato. Il
Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, in Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri, 6, 2016, pag. 55).
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