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ROS - TRENT’ANNI DI PROMOZIONE DEI VALORI DELLA COSTITUZIONE
I tasselli così ottenuti vanno poi scientificamente ricomposti in un quadro
sintetico, coerente, maneggiabile, e, per quanto possibile, predittivo: vengono
utili documenti, dati biografici, rivendicazioni, riviste clandestine, messaggi,
volantini propagandistici, proclami audio e video, testi nobili d’ispirazione ideo-
logica; informazioni acquisite ad hoc da fonti tecniche o umane ; dati rinve-
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nienti da indagini, anche se già chiuse e lontane nel tempo .
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Schematizzando, la ricomposizione dei tasselli avviene principalmente su
quattro direttrici. Una prima necessità attiene alla conoscenza del modus vivendi
dell’avversario. In questo ambito possiamo collocare l’importantissima, ai fini
operativi, ricostruzione della rete relazionale, criminale e non, del sodalizio da
aggredire. In secundis non si può prescindere dall’individuazione, per quanto
possibile, del classico modus operandi criminale. Più complicato è ricostruire quel-
lo che possiamo definire il modus communicandi. In questo ambito facciamo rien-
trare lo studio dei media attraverso cui il sodalizio comunica (dialogo de visu
effettuato in luoghi precisi, epistole d’antan, “pizzini”, telefono, “catena
umana”; più recentemente e-mail, social network, web in generale, ecc.), ma anche
del medium per eccellenza: il linguaggio. La conoscenza del linguaggio usato da
un sodalizio è tanto più importante quanto maggiore è il suo grado d’ideologiz-
zazione.
Come insegna la “semiotica testuale”, infatti, solo l’approfondimento dei
prodotti culturali di un’ideologia guida la corretta interpretazione dei successivi
(scritti o orali che siano): «l’interprete di un testo, sulla base di “segnali” conte-
nuti in quel testo (e magari sulla base di una conoscenza precedente) decide
quale sia il formato della competenza enciclopedica necessaria ad affrontare
quel testo.
(12) Sul necessario equilibrio tra informazioni acquisite massivamente attraverso le «fonti tecni-
che» e la componente «attribuibile alla Humint, cioè i dati acquisiti attraverso le relazioni
umane», cfr. M. MORI, Oltre il terrorismo. Soluzioni alla minaccia del secolo, Roma, G-Risk, 2016,
pagg. 226 s. Il discorso è svolto con riguardo al terrorismo d’ispirazione religiosa ma può
essere esteso anche alle altre fenomenologie criminali di cui si occupa il Raggruppamento.
(13) Nella prima Relazione sui risultati conseguiti dal personale dipendente nel corso del semestre dalla costitu-
zione dell’organizzazione, datata 13 marzo 1979 (già citata), dalla Chiesa illustra così le caratte-
ristiche essenziali dell’“analisi”, ma soprattutto il peso che essa riveste all’interno del “meto-
do anticrimine” (anche in termini di formazione cultural-investigativa specialistica dei mili-
tari): «Si è voluta disancorare l’attenzione da singoli episodi, per inquadrare questi ultimi in
un tutto organico e in una visione globale, onde, resi più ginnasticati dalla lettura e dalla com-
prensione di una abbondante documentazione già esistente (proveniente dalle carceri) o via
via acquisita in sede operativa, fosse più agevole la diagnosi sul divenire, sull’efficienza, sulle
crisi ideologiche dei singoli raggruppamenti, nonché l’intelligenza dei loro rapporti reciproci
sui vari teatri di intervento criminoso. Tale studio, oltre a rivelarsi di notevole ausilio nel
corso di importanti investigazioni, in uno col riesame di molti precedenti, ha condotto gran
parte del personale a divenire depositario di una cultura specifica, destinata ad essere meglio
articolata e sfruttata nel tempo».
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