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INSERTO
L’accusa mordeva nel punto più esposto della “personalità dello Stato”
francese, uscito sconfitto pochi anni prima dal funesto conflitto franco-prussia-
no del 1871: avere offerto cinque documenti militari segreti, ab intra, all’intelli-
genza del nemico tedesco, Parigi anno domini 1894. Le disastrose indagini sono
condotte dal Maggiore Du Paty de Clam: grande esperto di teosofia, spiritismo
e occultismo, figura quale notevole innovatore nel campo delle investigazioni.
Tra il resto ha elaborato una cospicua casistica di “prove psicologiche”: in que-
sto quadro, successivamente all’arresto, chiederà, non assecondato, d’interroga-
re Dreyfus nel sonno, avvicinandosi al letto silenziosamente. Per il Generale
Mercier, Ministro della Guerra, Du Paty de Clam è l’uomo giusto per scovare
immediatamente il traditore. Appare molto significativo che le uniche parole
rivolte al maggiore siano state: «Cherchez-Trouvez» .
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Agli antipodi del Generale Mercier troviamo il pari-grado Carlo Alberto:
«“Il tempo è nostro amico, mentre l’avversario ha fretta”, diceva Dalla
Chiesa» , già mostrando tutta la misura copernicana del cambio di prospettiva.
(10)
Non si faccia l’errore di confondere la “diversa” cadenza impressa all’attività
con l’attendismo: prendersi il tempo necessario per inquadrare l’intero albero, e
ancor prima studiare con attenzione l’avversario e i fenomeni connessi, non
significa sapere incassare; significa tentare di colpire una volta, e per sempre,
senza perdere un minuto del tempo concessosi. Anche Montesquieu rivendica-
va una cadenza compassata per la macchina della giustizia: «gli organismi che
hanno il deposito delle leggi non obbediscono mai meglio che quando vanno a
lenti passi» ; è il prezzo da pagare a interventi ponderati, corretti, equi; nonché
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efficaci e risolutivi aggiungeremmo noi. Accennavamo allo studio dell’avversa-
rio e dei fenomeni a esso connessi. Nel Raggruppamento usiamo il termine
onnicomprensivo di “analisi”, che generalmente precede e taglia l’attività inve-
stigativa. L’avverbio “generalmente” intende segnalare la possibilità che l’appro-
fondimento dei fenomeni d’interesse non si traduca immediatamente in un’in-
dagine. Nell’“analisi” quello che deve dimostrare l’investigatore è distacco emo-
tivo, freddezza intellettuale, assenza di pregiudizi, apertura mentale, impegno
nello studio. Il tutto finalizzato a sviluppare un approccio istologico alla realtà
sociale e terroristica (o comunque delinquenziale), seguito da una spiccata capa-
cità di calcolo combinatorio. Quanto di rilevante sul fenomeno criminale e sul
relativo “contesto” dev’essere letto, decifrato, assimilato e quindi scomposto.
(9) F. COEN, Dreyfus, Milano, Mondadori, 1994. Cfr. anche H. ARENDT, L’affare Dreyfus, in Le ori-
gini del totalitarismo, cap. 4, Torino, Einaudi, 2009.
(10) A. GALLI, Dalla Chiesa. Storia del generale dei carabinieri che sconfisse il terrorismo e morì a Palermo
ucciso dalla Mafia, Milano, Mondadori, 2017, pag. 170.
(11) MONTESQUIEU, Lo spirito delle leggi, Milano, Rizzoli, 1996, libro V, cap. X, pag. 204.
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