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ECO AMBIENTE



                  Una tale strategia si basa sull’utilizzo al meglio delle più recenti conoscen-
             ze scientifiche. Sul piano tecnico la silvosistemica non prevede sistemi e metodi
             di utilizzazione generalizzabili come, invece, è previsto nei «sacri testi» - italiani
             e non. L’arcipelago ambientale dell’Italia, con cambiamenti in brevi, brevissimi
             spazi, non consente la generalizzazione di simili tecnicismi.
                  La gestione forestale sistemica prevede:
                  ➢ il mantenimento dei caratteri naturali dei boschi;
                  ➢ il rispetto dei cicli naturali di rinnovazione;
                  ➢ la rinaturalizzazione dei boschi che, a causa di una gestione eccessiva-
             mente intensa, hanno perduto le proprie caratteristiche;
                  ➢ il  monitoraggio  dei  mutamenti  relativi  alla  biodiversità  e  al  recupero
             ambientale.
                  Determina la scelta di preservare i biotopi, di conservare gli ecotipi e di
             salvaguardare la funzionalità dell’ecosistema. Implica l’applicazione di forme di
             gestione in grado di mantenere o accrescere l’eterogeneità della flora e della
             fauna, di tutelare le specie in via di estinzione e di consentire, al tempo stesso,
             un uso produttivo, in senso globale, del bosco. Tutto ciò rappresenta una sfida
             che i forestali non possono mancare.
                  La  Scuola  forestale  italiana,  pur  non  tralasciando  il  metodo  scientifico
             riduzionistico che ancora è quello maggiormente adottato, è impegnata nell’in-
             novazione scientifica e tecnica. Da oltre venti anni lavora e continuerà a lavora-
             re  su  un  tema  di  discontinuità  con  il  passato.  La  teoria  della  silvosistemica
             - l’Italian Theory - ha determinato un cambiamento inarrestabile in campo scien-
             tifico. Cambiamento che sarà sempre più noto e accettato perché cresce una
             nuova generazione che ha familiarità con essa - si pensi a quanti e quali contri-
             buti già danno e continueranno a dare i forestali nativi digitali. Come sempre,
             «Nella scienza le frontiere di oggi sono i limiti di domani».
                  Recentemente  la  teoria  della  selvicoltura  sistemica  o  silvosistemica  ha
             avuto un importante riconoscimento a livello internazionale. Wilhelm Bode,
             forestale e ambientalista tedesco, portavoce della politica agricola e forestale
             dell’Unione  tedesca  per  la  conservazione  della  natura  (Naturschutzbund
             Deutschland - NABU) e autore di numerosi libri, tra cui una ristampa commen-
             tata del trattato di Alfred Möller Il concetto di foresta permanente, ha espresso un
             forte apprezzamento per la selvicoltura sistemica e per l’analisi della storia del
             pensiero forestale che ha portato all’elaborazione di questa teoria.
                  In particolare, riferendosi al libro Il bosco e l’uomo: l’evoluzione del pensiero fore-
             stale dall’umanesimo moderno alla cultura della complessità. La selvicoltura sistemica e la
             gestione su basi naturali, che aveva sollevato critiche e perplessità al momento della


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