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ECO AMBIENTE



                  L’obiettivo è quello di pervenire a sintesi conoscitive proiettate al futuro e
             alla piena implementazione del concetto di gestione forestale sostenibile attra-
             verso  risposte  scientificamente  fondate  e  percorribili  sul  piano  tecnico-pro-
             grammatico.
                  Da queste sintesi si può comprendere la vivacità e la spinta innovativa che
             caratterizza la ricerca forestale italiana. Una attività di ricerca e sperimentazione
             che ha portato all’elaborazione di nuovi approcci metodologici e di importanti
             ricadute sul piano operativo e istituzionale.
                  E  però  questa  attività  non  avrebbe  solide  fondamenta  se  non  fosse
             accompagnata da una elaborazione teorica coerente. Appunto per tale elabora-
             zione ha contribuito alla discussione relativa al paradigma di riferimento della
             selvicoltura.  La  Scuola  forestale  italiana  si  caratterizza  per  lo  sviluppo  della
             cosiddetta Italian theory. Teoria che si basa su un concetto: «La cultura del bosco
             tra Umanesimo, Scienza, Etica e Arte».
                  Da sempre i dibattiti tra umanisti e scienziati sono all’ordine del giorno.
             La disputa che però ha provocato una grave divisione nel mondo culturale e
             scientifico italiano è stata quella tra il filosofo Benedetto Croce - caposcuola del
             neoidealismo italiano - e il matematico Federigo Enriques - sostenitore del posi-
             tivismo - che si manifestò al Congresso Internazionale di filosofia, svoltosi il 6
             aprile  del  1911  a  Bologna,  nel  quale  Enriques  fu  nominato,  secondo  Croce
             impropriamente, presidente.
                  Qualcuno  si  domanderà  cosa  c’entra  la  suddetta  controversia  con  la
             «scienza della Natura» in generale e del bosco in particolare. Il rapporto tra la
             propria disciplina e la filosofia ha interessato scienziati di altissimo valore che
             hanno prima progettato e poi realizzato sia l’avanzameno scientifico sia il pro-
             gresso culturale. Tra i molti, moltissimi altri, mi riferisco principalmente ai pro-
             motori del progresso scientifico del XX secolo.
                  Tra  l’elenco  delle  figure  più  illustri  ricordo  Werner  Heisenberg,  Niels
             Bohr, Max Born, Wolfgang Pauli, Erwin Schrödinger, Albert Einstein e Louis-
             Victor de Broglie, scienziati che furono anche uomini di elevata cultura umani-
             stica.
                  Il  contrasto  verificatosi  al  Congresso  di  Bologna  ha  segnato  in  modo
             significativo sia la Cultura umanistica sia la Scienza. Un problema che ormai dal
             mondo culturale “umanistico”, da quello “scientifico”, da quello “etico e arti-
             stico” è considerato inadeguato e inattuale. D’altra parte si deve riconoscere che
             la suddetta controversia culturale ha inciso sulla «questione» tra humanae litterae
             e Scienza, influenzando negativamente per quasi un secolo la cultura, la scuola,
             la politica e finanche lo sviluppo economico del nostro Paese.


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