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LA GIUSTIZIA A DISTANZA
Il processo da remoto, è opportuno dirlo, infatti, si differenzia nettamente
dalla partecipazione a distanza e nelle aule protette secondo quanto prevedono
gli artt. 146 e 147 disp. att. c.p.p. In questi casi, infatti, i giudici, il pubblico mini-
stero, il difensore si trovano nell’aula d’udienza, mentre l’imputato o il testimo-
ne protetto si trova a distanza attraverso un collegamento con l’aula d’udienza.
Senza fare riferimenti alla storica “sacralità” del rito, del locus dove si cele-
bra il processo, questa frantumazione delle presenze costituisce una sicura per-
dita dell’immediatezza, della concentrazione, delle capacità interattive dei diver-
si partecipanti alla vicenda processuale.
Al di là degli aspetti pratici, connessi ai deficit degli strumenti tecnologici,
anche a voler ritenere la loro capacità di evoluzione e di elevato standard di pre-
stazione, resta innegabile il dato connesso alla “fisicità” della presenza e dell’in-
terlocuzione, senza considerare i risvolti di vicende processuali complesse, con
pluralità di imputati e di difensori.
Invero, non si può escludere che determinate attività processuali possano
essere svolte a distanza, si pensi al deposito di atti, alla decisione sulle richieste
di rinvio, all’acquisizione di atti depositati, allo scambio tra le parti di documen-
ti. In altri termini, questa vicenda connessa alla crisi sanitaria appare destinata a
lasciare non pochi segni sui prossimi sviluppi della gestione dei processi, soprat-
tutto di quelli penali.
Cercando una sintesi. Ferma restando la partecipazione a distanza di cui
ai già citati artt. 146 e 147 disp. att., sarà sicuramente sviluppato il cosiddetto
processo penale telematico: notificazioni, deposito atti, accesso ad un prossimo
fascicolo processuale informatico, svolgimento di attività di cancelleria.
A tal fine serviranno investimenti tesi a dotare gli uffici di adeguati stru-
menti idonei a superare l’attuale fase di smartworking che non ne consente
l’espletamento. Alcune attività potranno essere svolte da remoto, perdurando
l’emergenza, ferma restando la necessità di un loro assorbimento.
Si svilupperanno, invece, le udienze camerali non partecipate, cioè carto-
larizzate, ferma restando, in molti casi, la possibilità, per tutte le parti, di chie-
dere la celebrazione dell’udienza.
L’emergenza che ha evidenziato la crisi strutturale della nostra macchina
giudiziaria, con una stasi ingiustificata che non ha interessato, invece, altri com-
parti e che continua nella riaffermata impossibilità, spesso nella mancata volon-
tà, di superare le difficoltà della socialità delle strutture, ci consegna un panora-
ma non entusiasmante, ma dal quale sarà necessario trovare la spinta per l’avvio
del cosiddetto “processo penale telematico” che sia rispettoso dei diritti costi-
tuzionali che il processo penale esige.
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