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LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI RECIDIVA CRIMINALE ATTRAVERSO L’HCR-20 V3
Gli psicopatici infatti sono inclini alla violazione delle norme sociali e
legali e presentano elevati tassi di recidiva, superiori all’ottanta per cento . I
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vantaggi nell’adottare un protocollo di valutazione integrato sono stati posti in
evidenza da Carpentieri e colleghi , i quali hanno proposto, ai fini della for-
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mulazione di un giudizio “clinico e professionale” strutturato, di affiancare
allHCR-20 la somministrazione della Psychopathy Checklist-Revised (PCL-R) e
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del The Personality Inventory for DSM-5 (PID-5) . La PCL-R è uno strumento
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preposto alla valutazione della psicopatia attraverso un’apposita intervista e
l’analisi della documentazione personale del reo. Il PID-5 invece è uno stru-
mento deputato alla valutazione dei tratti disadattivi della personalità, e la sua
somministrazione prevede che tale valutazione venga effettuata sia dallo stesso
soggetto esaminato (test autovalutativo self-report) sia da parte del personale che si
occupa del caso (test eterovalutativo clinician-report). A ciò ovviamente possono
aggiungersi specifiche interviste cliniche sui disturbi di personalità. Gli autori
hanno mostrato come l’utilizzo di tale protocollo consenta di migliorare la
comprensione del quadro clinico del reo, risolvendo anche i ben noti problemi
connessi all’utilizzo di strumenti di auto-valutazione, quali la tendenza degli psi-
copatici alla manipolazione e al presentare un’immagine di sé socialmente desi-
derabile, oppure la mancanza di insight nel reo che può rendere difficoltosa la
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valutazione dei fattori di gestione del rischio.
Tali considerazioni raffigurano quindi il processo della valutazione del
rischio come estremamente complesso e sfaccettato. Esso richiede, per essere
efficace, l’ausilio di strumenti standardizzati che possano guidare il professioni-
sta sia nelle fasi di valutazione sia in quelle di monitoraggio degli interventi
messi in atto. In questo contesto, va ulteriormente sottolineato come il giudizio
dell’esperto si riveli comunque fondamentale nell’organizzazione delle informa-
zioni raccolte attraverso l’ausilio di strumenti standardizzati quali l’HCR-20 ,
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chiamando dunque in causa la preparazione e la capacità personale del profes-
sionista nel dare un senso ai dati raccolti.
(17) R. D. HARE, La psicopatia: Valutazione diagnostica e ricerca empirica, tr. it. Astrolabio, Roma, 2009.
(18) R. D. HARE, D. CLARK, M. GRANN, D. THORNTON, Psychopathy and the predictive validity of the PCL-
R: An international perspective, in BEHAVIORAL SCIENCES AND THE LAW, 2000, 18, 623-645.
(19) R. CARPENTIERI, A. SCHIMMENTI, S. FERRACUTI, G. NICOLÒ, P. POMPILI, G. TESSARI, V. CARETTI,
Valutazione della pericolosità sociale e del rischio di recidiva criminale attraverso un sistema di assessment
integrato, in PSICHIATRIA E PSICOTERAPIA, 2017, 36, 3, 138-151.
(20) R. D. HARE, Manual for the Hare Psychopathy Checklist - Revised, 2 edition. Tr. it. a cura di V. CARETTI,
nd
G. MANZI, A. SCHIMMENTI, L. SERAGUSA, Giunti O. S. Organizzazioni Speciali, Firenze, 2011.
(21) American Psychiatric Association, DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta
edizione. Tr. it. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014.
(22) R. CARPENTIERI, A. SCHIMMENTI, S. FERRACUTI, G. NICOLÒ, P. POMPILI, G. TESSARI, V. CARETTI,
2017, op. cit.
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