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DOTTRINA



             dei soggetti criminali operanti nei contesti limitrofi, oltre che una capacità sup-
             plementare di delinquere in altri territori, grazie ai rifugi e ai servizi logistici
             offerti dal proprio. Per questo confluiscono nella banda o vi stabiliscono alle-
             anze elementi di gran parte della criminalità romana;
                  e)La commistione delle specie criminali. La Banda non annovera personalità omo-
             genee per biografia, retroterra, codici culturali. Il Buscetta così tranchant verso la
             camorra nei suoi colloqui con Falcone (“non mi occupo di buffoni”)  l’avrebbe
                                                                             (40)
             probabilmente definita un’armata Brancaleone, vista l’importanza che egli, mafio-
             so puro, attribuiva alla dimensione culturale di un’organizzazione. Delinquenti
             senza  ideologia,  neofascisti,  paramafiosi,  si  ritrovano  uniti  in  una  medesima
             struttura che pratica la professione del crimine e si arroga, per sé o in conto
             terzi, il potere massimo che l’essere umano possa arrogarsi: quello di uccidere;
                  f) La universalità delle relazioni. Proprio la somma di questi elementi distintivi
             -  l’unicità  operativa  su  Roma,  l’esercizio  efficiente  della  violenza,  l’assenza  di
             un’ideologia unificante che non sia quella dell’assassinio - aprono all’organizza-
             zione  una  elevatissima  quantità  di  relazioni  verso  l’esterno.  C’è  in  fondo  una
             ragione se sulla Banda della Magliana è fiorita una sterminata narrazione, talvolta
             fantastica, tendente a trovare una sua traccia o un suo protagonismo decisivo in
             quasi tutti i grandi delitti dell’epoca. Ed è che su Roma (ossia nella città del “pieno
             di Stato” e di poteri) essa è l’unica organizzazione a cui è possibile rivolgersi per
             commissionare affidabilmente un omicidio. A Roma ma anche, come capitò a
             Roberto Rosone, vicepresidente del Banco Ambrosiano che ne uscì salvo per
             miracolo, nel centro di Milano. La Banda della Magliana assume così i tratti di una
             vera  e  propria  agenzia  di  servizi  criminali.  Per  questo  essa  incrocia  tutti  gli
             ambienti della società legale propensi congiunturalmente a ricorrere al delitto. E
             per questo guadagna e accumula protezioni. Che nei libri come negli atti giudiziari
             non si contano: dagli ambienti criminali storici agli ambienti politici, dai servizi
             segreti agli ambienti giudiziari, da quelli finanziari a quelli vaticani o massonici.
                  La  vicenda  della  Banda  della  Magliana  finì  di  fatto  con  l’operazione
             Colosseo  del  16  aprile1993,  dalla  quale  partì  una  lunga  vicenda  giudiziaria
             costellata di condanne, di assoluzioni e anche di misteri giudiziari (il trafuga-
             mento dal Palazzo di Giustizia delle domande di proroga di carcerazione per
             diversi detenuti). Nonostante la scelta di irrogare nei confronti di alcuni impu-
             tati la condanna per associazione di stampo mafioso, il processo si chiuse in
             Cassazione senza riconoscere i presupposti della fattispecie del reato. Vi furono
             poi anche negli anni Duemila tentativi di resuscitare la Banda. Ma appare ragio-
             nevole ritenere che la storia che si è qui richiamata sia ormai inscritta nel pas-
             sato di Roma.

             (40)  Vedi Giovanni FALCONE, cit, p. 109

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