Page 36 - Rassegna 2020-3
P. 36
DOTTRINA
Il quartiere di Ostia è un luogo di profondi contrasti, e per questo amato
da registi come Pier Paolo Pasolini e Claudio Caligari, dove i primi stabilimenti
signorili e lussuosi, immortalati sullo schermo da Fellini, gli edifici di pregio,
memoria del fermento architettonico dei primi del Novecento, e l’imponenza
delle strutture del Ventennio convivono con la peggiore edilizia popolare,
costruita senza indirizzi urbanistici. Un “luogo di mezzo” , abbastanza lonta-
(48)
no dal centro per rimanere nell’ombra, ma allo stesso tempo imprescindibile via
di accesso a Roma; borghese e popolare allo stesso tempo, con indici di qualità
della vita tra i migliori (nella zona di Ostia Lido) e i peggiori (a Nuova Ostia)
dell’intera città . Situato in una posizione particolarmente funzionale per il
(49)
contrabbando, lo divenne ancora di più a partire dal 1961, con l’inaugurazione
dell’aeroporto di Fiumicino, che ne dista solo pochi chilometri, finendo per atti-
rare l’attenzione dei Marsigliesi prima e poi di quei gruppi siciliani che già si
(50)
erano stabilmente insediati a Pomezia e tendevano ad allargare la propria
influenza nei gangli della Capitale. Fu così che Cosa nostra mise qui i suoi
avamposti con i Cuntrera - Caruana, potente clan dell’agrigentino che si era
guadagnato il soprannome di “Rothschild della mafia” grazie ai traffici di stu-
pefacenti con il Nord America e che all’epoca era considerato parte a pieno
titolo del “nucleo storico della mafia” a Roma . Già nel 1974 nella centrale via
(51)
delle Baleniere, Pasquale Cuntrera aveva a disposizione “un rifugio bunker con
tanto di caveau blindato e muri rinforzati” . E dieci anni dopo proprio a Ostia
(53)
(52)
trasferirono la residenza i fratelli Triassi , legati per matrimonio al clan .
(54)
(55)
(48) Anna Maria ZACCARIA, Comunità e strategie criminali. Il Vallo di Lauro prima e dopo il terremoto del
1980. In: Luciano BRANCACCIO, Carolina CASTELLANO (a cura di), Affari di camorra. Famiglie,
imprenditori e gruppi criminali, Donzelli, Roma, 2015.
(49) Keti LELO, Salvatore MONNI, Federico TOMASSI, Mappe della diseguaglianza, Donzelli, Roma, 2019.
(50) Questi sfruttarono strumentalmente le potenzialità del litorale, logistiche come luogo di
sbarco per i carichi di tabacco di contrabbando, ma anche strategiche, poiché garantiva la
riservatezza necessaria per nascondersi o fissare incontri. La vicenda criminale dei Marsigliesi
terminò in pochi anni, a seguito di un importante impegno investigativo.
(51) Questura di Roma - squadra narcotici (1983) Rapporto giudiziario di denuncia a carico di
Bono Giuseppe+159 ritenuti responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso e
finalizzata al traffico delle sostanze stupefacenti, vol. II, 1983; pag. 222.
(52) Floriana BULFON, Paolo ORSATTI, Grande raccordo criminale, Imprimatur, Reggio Emilia, 2014.
(53) Procura della Repubblica di Roma, Informativa di reato conclusiva, Polizia Giudiziaria -
Guardia Costiera, 2016; pag. 111.
(54) Si ricorda, tuttavia, che a dispetto delle testimonianze qui riportate, i Triassi non sono mai
stati condannati per 416-bis. Furono indagati una prima volta nel 1998, nell’ambito di un’in-
chiesta per traffico di stupefacenti aggravato dal metodo mafioso, ma l’aggravante cadde già
in primo grado. Gli stessi furono, poi, coinvolti anche nell’inchiesta “Nuova Alba” nel 2013
insieme ai Fasciani e di nuovo in primo grado vennero assolti dall’accusa di associazione
mafiosa. Ciononostante, l’appartenenza di questi al sistema criminale ostiense non è messa
in dubbio né nelle analisi accademiche, né dagli inquirenti.
(55) Entrambi i fratelli, infatti, hanno sposato le figlie di Santo Cardarella, membro del clan.
32