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LE MAFIE A ROMA. UNA STORIA A STRATI. DAL DOPOGUERRA AL DUEMILA
Due in questa prospettiva sembrano essere i punti di svolta del sistema
antecedenti al Duemila, entrambi legati alla storia della Banda della Magliana:
da un lato la nascita di un nuovo mercato illecito, quello degli stupefacenti, che
fu il propellente dei successi della Banda e dall’altro il vuoto criminale conse-
guente al declino della stessa organizzazione.
Se la “teoria del vuoto” non è di per sé sufficiente a spiegare il successo
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degli insediamenti criminali, rappresenta però per certo per le mafie autoctone
allora nascenti un’opportunità di sviluppo sfruttabile solo grazie al modus operan-
di appreso e acquisito dalla Banda.
Ostia, in defintiva, si fa paradigma del sistema romano e delle sue cifre
principali: le possibilità che nascono nella (mala) amministrazione delle periferie
e le strategie mafiose che si sviluppano in altre aree del Paese e fanno valere il
proprio peso ai livelli più alti del governo della città. Una miscela probabilmente
non nuova , ma che se inserita nelle logiche e nel sistema di opportunità offerto
dalla Capitale di fine Novecento origina equilibri inediti, le cui reali estensioni
sono ancora oggi per lo più inesplorate.
Dopo le due fasi già viste, la terza disegna dunque la transizione - frasta-
gliata e violentemente selettiva - verso il controllo di Ostia. Ostia diventa para-
digma, meta e quartier generale di un nuovo complesso criminale. Che, come
accennato e come vedremo più analiticamente, assorbe e combina in modo ori-
ginale identità e livelli di potere differenti. Incubando nuove alleanze e nuovi
conflitti.
(62) Nando DALLA CHIESA, Martina PANZARASA, Buccinasco. La ‘ndrangheta al Nord, Einaudi,
Torino, 2012.
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