Page 38 - Rassegna 2020-3
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DOTTRINA



                  Il passaggio decisivo avverrà poi solo negli anni Duemila, quando una serie
             di situazioni contingenti e favorevoli permetteranno il rafforzamento delle rela-
             zioni del gruppo all’interno della cosiddetta area grigia dell’area ostiense, e la
             costruzione di un solido network di servizi con imprenditori e professionisti. In
             parallelo iniziò anche la scalata criminale della famiglia sinti degli Spada, proba-
             bilmente arrivata nella zona all’inizio degli anni Settanta all’interno di un progetto
             del Comune di assegnazione delle case popolari. Essa, a propria volta, si occupa-
             va prevalentemente di ricettazione e usura, rimanendo peraltro confinata in un
             ruolo  minoritario  per  tutto  il  periodo  in  esame.  Ne  emerge  una  pluralità  di
             modelli criminali che si sono reciprocamente contaminati, scambiandosi compe-
             tenze e risorse di controllo del territorio, fino a dar vita a nuove soggettività
             orientate a realizzare, con grado di successo differente, il modello mafioso.
                  Ostia rappresenta dunque a fine secolo un crocevia, dove le strategie di
             espansione  delle  mafie  tradizionali  incontrano  elementi  di  contesto  del  tutto
             favorevoli allo sviluppo di attività illegali. Vi si concentrano infatti i più classici
             problemi sociali di molte periferie della Capitale, frutto di una molteplicità di
             vuoti: di politiche, di investimenti pubblici, di identità e di comunità.
                  La concentrazione di situazioni di disagio abitativo e socioeconomico, il
             degrado urbano e la disgregazione dei legami sociali e di solidarietà, la struttu-
             rale carenza di servizi, trasporti e spazi aggregativi costituiscono solide premes-
             se per la formazione di fenomeni devianti , diventando altrettante opportunità
                                                    (60)
             per i nascenti clan. Il mercato degli stupefacenti rappresenta in questo contesto
             un importante strumento di welfare criminale, “moltiplicatore di ruoli”  fonda-
                                                                               (61)
             mentale in un’area da sempre contraddistinta dai più alti tassi di disoccupazione
             della città mentre le case popolari, una volta diventate terreno di conquista dei
             clan, si trasformano da bene pubblico in strumento di consenso e controllo pri-
             vato. Il vuoto di Stato si rovescia dunque in un “pieno criminale”; a differenza
             che altrove, però, la criminalità di strada ha saputo progressivamente farsi spa-
             zio nell’élite sociale ed economica del quartiere, legata al sempre fiorente settore
             turistico e balneare, realizzando il passaggio verso il più tipico modello mafioso,
             caratterizzato  -  dal  punto  di  vista  sociologico  -  dall’ampiezza  delle  relazioni
             all’interno del mondo imprenditoriale, amministrativo, politico e professionale.

             (60)  Così descrisse la situazione un Maresciallo dei Carabinieri di stanza nel quartiere, intervistato
                  alla fine degli anni Ottanta dal Comitato Cittadini di Nuova Ostia: “La zona è una delle peg-
                  giori per il fatto che assomma tutti gli emarginati di Roma, concentrati qui e affidati a se stes-
                  si, senza servizi… I miei primi impatti con questa realtà sono stati terribili, mi hanno sparato
                  addosso… le BR qui erano di casa, le armi correvano… andare a prendere qualcuno a Piazza
                  Gasparri era un grosso rischio”. Fonte: ARCHIVIO DEL COMITATI CITTADINI NUOVA OSTIA.
             (61)  Gabriella GRIBAUDI, Violenza e affari. Il clan napoletani tra dimensione locale e proiezione internazio-
                  nale. In: L. BRANCACCIO, C. CASTELLANO (a cura di), Affari di Camorra, Donzelli, Roma, 2015,
                  pagg. 45-85.

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