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DOTTRINA





                     Evoluzione delle teorie della leadership

                     Dal complesso intreccio di studi, modelli e teorizzazioni sulla leadership, è pos-
                sibile individuare una traiettoria evolutiva che segue un ordine al contempo logico e cro-
                nologico, andando da una concezione riduttiva che considera la leadership esclusiva-
                mente in funzione delle caratteristiche della persona e dei suoi comportamenti, ad una
                visione più articolata in cui la leadership è inquadrata all’interno di un processo rela-
                zionale leader-follower e va esaminata in rapporto alle specifiche situazioni, e infine
                ad una visione ancora più complessa che guarda alla capacità progettuale-trasforma-
                zionale del leader e dunque si connette alla problematica del change management  .
                                                                                   (4)
                     Le teorie centrate sul leader, nelle declinazioni innatiste (Mann, 1959) e com-
                portamentiste  , hanno il merito di aver posto l’attenzione sulle caratteristiche di per-
                           (5)
                sonalità e di comportamento del leader. Esse hanno dato luogo ad un approccio nor-
                mativo alla leadership che supera il verticismo della scuola classica dell’organizzazione
                - ispirata agli studi di Taylor e Fayol - privilegiando l’approccio partecipativo (orien-
                tamento alle relazioni) o integrato (orientamento al compito e alle relazioni). Il man-
                cato riconoscimento del ruolo giocato dall’ambiente e dai follower costituisce il princi-
                pale limite delle teorizzazioni innatiste e comportamentiste, che risentono della matrice
                universalistica dei primi studi organizzativi (fondati sull’assunto dell‘one best way’).
                     Tale limite è superato nelle teorie situazionali della leadership  , che prescrivo-
                                                                        (6)
                no al leader di adeguarsi allo specifico contesto, piuttosto che cristallizzarsi su indica-
                zioni generiche e astratte.
                     Esse, tuttavia, assegnando un ruolo di assoluto rilievo al contesto ed ai seguaci,
                pongono in secondo piano la figura del leader, quando non la ignorano del tutto, come
                avviene nella tesi provocatoria di Meindl sul ‘romanzo’ della leadership. Al pari della
                contigency theory cui si ispirano, le teorie situazionali soffrono di quel determinismo
                ambientale, di quella concezione di organizzazioni perennemente in balia di influenze
                esterne ed incessantemente mutanti che conduce al relativismo totale.
                     Un progresso è effettuato dalle teorie transazionali  , le quali vedono la leader-
                                                               (7)
                ship come un processo implicante una relazione bidirezionale e dinamica tra il leader,
                i seguaci e l’ambiente. Tali teorie, se pur non trascurano il leader, tuttavia ne trascu-
                rano la capacità trasformazionale. L’adattamento situazionale del leader transazio-
                nale, infatti, è inquadrato in un contesto di conservazione dello status quo.


                (4)  ADINOLFI, 2000.
                (5)  COCH & FRENCH, 1948.
                (6)  STOGDILL, 1950.
                (7)  HERSEY & BLANCHARD, 1977.



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