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DOTTRINA



             3.  Linee guida generali per il cambiamento profondo delle organizzazio-
               ni pubbliche: leadership trasformazionale, approccio “complesso” e
               gestione del cambiamento
                  Oggi i nostri modelli sociali, culturali e organizzativi ci collocano lontani
             dalla risposta ai bisogni radicati nella natura umana. In luogo di una leadership
             vicina  agli  operatori,  prevale  a  tutti  i  livelli  un’impostazione  verticistica,  che
             trova le sue radici nell’origine autoritaria della tradizione amministrativa italiana,
             e si porta dietro la necessità del comando (attraverso il quale il vertice impone
             il proprio ordine all’organizzazione) e del controllo (attraverso il quale il vertice
             assicura che l’ordine sia perseguito e mantenuto). Tali modelli sono inadeguati
             per attivare una forte partecipazione degli operatori e rispondere alle comples-
             sità delle organizzazioni pubbliche. Un approccio trasformazionale diffuso e
             interiorizzato in primis dalla dirigenza è conditio sine qua non per un salto di qualità
             del sistema. Il potenziale di una tale visione è nel settore molto elevato, per l’al-
             tissimo valore sociale dei servizi offerti (salute e sicurezza) e l’elevato senso
             etico che può essere richiamato ai fini trasformazionali.


             4.  Leadership trasformazionale e sistemi complessi
                  Ma diffondere leadership trasformazionale non basta. Occorre comprende-
             re profondamente la natura complessa delle organizzazioni pubbliche e delinea-
             re strategie della stessa natura, capaci di influenzarle. Infatti la cultura riduzio-
             nista-lineare che ha informato l’approccio manageriale nelle pubbliche ammini-
             strazioni  ha  mostrato  la  sua  incapacità  di  raggiungere  risultati  adeguati  alle
             aspettative e al potenziale.
                  Nella pratica, l’approccio verticistico ha prodotto in rari casi delle storie
             organizzative di successo, legate all’influsso decisivo di singole personalità, piut-
             tosto che di sistemi organizzativi e gruppi professionali, secondo quella “sin-
             drome da bottega dell’arte” tipica del nostro Paese. Il più delle volte, a dispetto
             del verticismo, gli stessi dirigenti hanno rifuggito le lusinghe delle nuove pre-
             rogative gestionali che le riforme degli anni Novanta attribuiscono ai manager
             pubblici e hanno preferito interpretare riduttivamente il loro ruolo, attenendosi
             in modo rigido alla prassi consolidata, ed abdicando alla funzione di leadership.
             Tale atteggiamento è spiegato da una serie di elementi caratteristici del contesto
             specifico: i vincoli che l’iperproduzione normativa pone all’autonomia dell’azio-
             ne  amministrativa,  i  condizionamenti  che  i  sindacati  esercitano  sul  governo
             delle risorse umane e l’organizzazione del lavoro, la crescente penalizzazione
             delle responsabilità amministrative che induce nei dirigenti comportamenti e
             scelte di tipo cautelativo (generanti quella che viene definita amministrazione


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