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DOTTRINA



                  Ciò ha rafforzato la propensione all’autoreferenzialità e alla chiusura tipica
             delle organizzazioni pubbliche, in un contesto policentrico dove la rete dovreb-
             be essere insita in ogni politica (che per definizione dovrebbe essere inter-isti-
             tuzionale). Si è così resa difficile l’attuazione di interventi, che pure la normativa
             prevede, volti allo sviluppo di modalità di cooperazione inter-istituzionale e di
             gestione per processi .
                                 (16)
                  D’altra parte, le innovazioni menzionate, se hanno penalizzato le interdi-
             pendenze con l’esterno, neppure hanno sempre sortito come beneficio il raf-
             forzamento delle connessioni e dell’integrazione interna, non consentendo in
             molti  casi  di  superare  l’approccio  a  canne  d’organo  tipico  della  Pubblica
             Amministrazione, né tantomeno di perseguire significativi livelli di autonomia
             istituzionale. Nella prospettiva dei sistemi complessi, risulta ben comprensibile
             come ciò corrisponda a strutture rigide e burocratizzate, centralizzate e pertan-
             to con relative bassa dinamicità e generatività: in sintesi, a una bassa efficacia
             dell’azione collettiva .
                                (17)


             5. Per un nuovo paradigma
                  Dietro la verticalità delle interazioni e l’autoritarismo della direzione vi è
             una cultura, ancorata al paradigma positivista, del tutto inadeguata sia rispetto
             ai bisogni umani profondi sia rispetto alla complessità delle organizzazioni sani-
             tarie. Buona parte della letteratura sul cambiamento (anche sul cambiamento
             culturale)  ha  un’impostazione  meccanicistica:  propone  una  valutazione  dello
             stato esistente a fronte di quello desiderato ed una serie di strategie che il leader
             deve attuare per colmare i gap. Essa sottende l’idea che le organizzazioni passa-
             no da uno stato a un altro e che il leader può determinare tale passaggio, attra-
             verso  analisi  approfondite  nonché  piani  ed  azioni  adeguate.  In  realtà,  come
             abbiamo visto, non si può fare affidamento su un approccio lineare e meccani-
             cistico; le dinamiche non lineari sconfiggono l’ingegneria sociale classica, come
             vediamo dal divario lampante tra intenzioni e risultati, teoria e realtà. Vale in
             questo caso l’indicazione che viene dalla letteratura sui CAS: non si può preve-
             dere il cambiamento di un sistema complesso con precisione, non si può deter-
             minarlo, occorre cercare di influenzarlo, capire le modalità fondamentali e il
             contenuto delle interazioni significative .
                                                  (18)
                  Se vogliamo far emergere un nuovo paradigma culturale (adeguato alla natu-
             ra umana e alla complessità delle organizzazioni pubbliche) c’è bisogno di un

             (16)  ADINOLFI, 2005.
             (17)  GIANCOTTI, 2008.
             (18)  CAPRA, 1997, pag.6.

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