Page 247 - Rassegna 2020-1
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CARDINALE GIANFRANCO RAVASI
di controllo. Non per nulla le gestioni delle reti sono sempre più affidate alle
mani di magnati o di «mega-corporations» o di centri di potere che riescono
abilmente e sapientemente a orientare, a sagomare, a plasmare a proprio uso (e
ad uso del loro mercato e dei loro interessi) contenuti e dati creando, quindi,
nuovi modelli di comportamento e di pensiero. Esemplari sono i recenti casi
legati all’uso strumentale sociopolitico dei dati virtuali o all’irruzione informa-
tica esterna nelle vicende elettorali di una nazione.
Un’ultima osservazione critica riguarda l’accelerazione e la moltiplicazione
dei contatti ma anche la loro riduzione alla virtualità. Si piomba in una comu-
nicazione «fredda» e solitaria che esplode in forme di esasperazione e di perver-
sione. Si ha, da un lato, l’intimità svenduta della «chat line» o di Facebook oppure,
per stare nell’ambito televisivo, quella dei programmi cosiddetti di reality del
genere Il grande fratello; si ha la violazione della coscienza soggettiva, dell’inte-
riorità, della sfera personale. D’altro lato, si ottiene come risultato una più
accentuata solitudine, un’incomprensione di fondo, una serie di equivoci, una
fragilità nella propria identità, una perdita di dignità. È stato osservato che non
appena i computer si sono moltiplicati e le antenne paraboliche sono fiorite sui
tetti delle case, la gente si è chiusa nelle case e ha abbassato le serrande.
Paradossalmente, l’effetto dello spostarsi verso la realtà virtuale e verso mondi
mediatici è stato quello della separazione gli uni dagli altri e della morte del dia-
logo vivo e diretto nel «villaggio».
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