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               Sciolti o comunque ridotti i battaglioni mobili autonomi (secondo una delle
             denominazioni degli anni Venti), furono ricostituiti mobilitati (ovvero per le ope-
             razioni  belliche)  e  impiegati  in  tutti  i  Teatri  operativi  del  secondo  Conflitto
             Mondiale. Cessate la guerra, si dovette affrontare la Pace e il governo accolse l’idea
             di ricostituire i battaglioni mobili già nello stesso 1945. Da allora le vicende di que-
             sti reparti particolari si sono intrecciate alle vicende dell’Italia.
               In realtà, come molti sanno, uno dei principali motivi di soddisfazione per chi
             ha prestato servizio in quei reparti è il soccorso alle popolazioni, come si diceva un
             tempo. Sin dalla fine degli anni Quaranta i battaglioni intervennero rapidamente
             dove c’era più bisogno, dai terremoti del Belice o del Friuli o a quelli molto più
             recenti de L’Aquila o di Amatrice. E qui, molti militari dell’Arma hanno dato il
             massimo delle energie per soccorrere i cittadini che soffrivano i disagi di un inver-
             no particolarmente rigido o di un evento tellurico.
               La presentazione del volume, avvenuta lo scorso 11 luglio 2019 presso il salone
             d’onore  del  Museo  Storico  dell’Arma,  rappresenta  il  ringraziamento  di  una
             Istituzione che ha visto nel Generale Mirenna una paziente guida e un punto di
             riferimento per molti ufficiali e carabinieri nel corso della sua carriera.
               Come ha ricordato in quei momenti il Generale Vincenzo Pezzolet, il volume
             riesce ampiamente a descrivere le vicende dei battaglioni mobili e mobilitati conte-
             stualizzandone  l’operato  nel  periodo  storico  di  riferimento  per  ciascuno.
             Un’attenzione particolare è stata dedicata all’organizzazione ed all’impiego dei bat-
             taglioni mobili a partire dalla fine del Secondo dopoguerra e, in questo, l’autore ha
             superato le difficoltà di uno studio tecnico professionale per offrire una lettura
             interessante e attenta di come si prefigurava il dispiegamento di un battaglione
             anche in caso di operazioni belliche.
               In sostanza, l’autore consegna alle generazioni più giovani di studiosi e di uffi-
             ciali dell’Arma il proprio testimone: l’interesse per la Storia dell’Arma con la spe-
             ranza di offrire un contributo che costituisca le fondamenta per studi successivi.
               In sintesi, il lavoro condotto nel corso della sua carriera dal Generale Mirenna
             rappresenta una pietra angolare del più complesso e articolato progetto di costru-
             zione della Storia dell’Arma, non solo legata ad importanti e significativi episodi di
             valore,  ma  attenta  a  quelle  storie  considerate  ingiustamente  minori  che,  invece,
             contribuiscono a delineare i tratti della complessità di una istituzione che ha preso
             parte a tutte le vicende della più grande Storia Nazionale. In questo senso, mi sento
             di dover ringraziare il Generale Mirenna per un testo sui battaglioni mobili che solo
             lui poteva ideare e realizzare.
               Grazie Signor Generale!


                                                                           Tenente Colonnello
                                                                           Flavio Carbone














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