Page 243 - Rassegna 2020-1
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CARDINALE GIANFRANCO RAVASI



               3.  Scienza e antropologia

               a.  La genetica e il DNA
                     Entriamo, dunque, in un altro territorio sconfinato e dai contorni ininterrot-
               tamente in evoluzione, ove gli interrogativi si moltiplicano a grappolo. È l’oriz-
               zonte della scienza contemporanea che lancia nuove sfide all’antropologia, ridise-
               gna  i  contorni  e  approfondisce  i  segreti  della  natura  umana.  Evocheremo  tre
               ambiti fondamentali: la genetica col DNA, le scienze neuro-cognitive, l’intelligen-
               za artificiale. Innanzitutto la scoperta del DNA e della sua flessibilità e persino
               della sua modificabilità ha registrato esiti differenti: da un lato, si è sviluppata la
               ricerca volta a eliminare le patologie; d’altro lato, però, si è ipotizzato l’uso dell’in-
               gegneria genetica per migliorare e mutare il modello antropologico prospettando
               un futuro con il genoma umano radicalmente modificato. È in quest’ulteriore
               prospettiva che si apre l’ancora confuso panorama del trans- e post-umanesimo.
                     Questa manipolazione del DNA genera un delta ramificato di interroga-
               zioni di varia indole, per ora solo futurologiche, a partire da quella di base sulla
               stessa specie umana: questi nuovi modelli antropologici saranno ancora classi-
               ficabili  nel  genere  homo  sapiens  sapiens?  Quale  impatto  socio-culturale  avrà  la
               disuguaglianza  tra  individui  potenziati  attraverso  la  modificazione  genetica
               rispetto agli esseri umani «normali»? Ma le questioni si fanno roventi a livello
               etico-religioso: questi interventi nel cuore della vita umana sono da classificare
               nel peccato capitale-originale del voler essere «come Dio», nell’atto della sfida
               umana al divino, giudicata nel c. 3 del libro biblico della Genesi?

               b.  Le scienze neuro-cognitive
                     Un ulteriore ambito ove la ricerca si sta inoltrando in modo deciso è quello
               delle  neuroscienze.  Per  la  tradizione  platonico-cristiana  mente/anima  e  cervello
               appartengono a piani diversi, l’uno metafisico, l’altro biochimico. La concezione ari-
               stotelico-cristiana,  pur  riconoscendo  la  sostanziale  autonomia  della  mente  dalla
               materia  cerebrale,  ammette  che  quest’ultima  è  una  condizione  strumentale  per
               l’esercizio delle attività mentali e spirituali. Un modello di natura più «fisicalista» e
               diffuso nell’orizzonte contemporaneo non esita invece, anche sulla base della teoria
               evoluzionista, a ridurre la mente e l’anima radicalmente a un dato neuronale, per
               altro già in sé impressionante: il nostro cervello che pesa solo 120-180 grammi con-
               tiene una galassia di circa 80 o 100 miliardi di neuroni, tanti quante sono le stelle
               della Via Lattea. Essi comunicano tra loro attraverso un sistema di connessioni dette
               «sinapsi», calcolate nell’ordine di un milione di miliardi, con una potenzialità di com-
               binazione interattiva dell’ordine di 100  (cento alla trecentesima potenza)! È, quin-
                                                  300
               di, comprensibile la tentazione di esaurire ogni atto cognitivo a questo livello.


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