Page 244 - Rassegna 2020-1
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EVENTI



                  Noi, di fronte a questa complessità, ci accontentiamo di sottolineare che
             è di scena anche qui l’identità umana che certamente ha nel cervello-mente
             (comunque si intenda la connessione) uno snodo fondamentale per cui, se si
             influisce strutturalmente su questa realtà, si va nella linea di ridefinire l’essere
             umano. La sequenza dei problemi filosofico-teologico-etici si allunga, allora, a
             dismisura: come collocare in un simile approccio la volontà, la coscienza, la
             libertà, la responsabilità, la decisione, e soprattutto l’origine del pensiero, della
             simbolicità, della religione, dell’arte, in ultima analisi l’«io»?

             c.  L’intelligenza artificiale
                  Questa prospettiva ci conduce, senza soluzione di continuità, a un terzo
             orizzonte altrettanto impressionante e delicato, quello delle «macchine pensan-
             ti», cioè dell’intelligenza artificiale. Allo stato attuale la cosiddetta robotica sta
             generando macchine sempre più autonome. È indubbia la ricaduta positiva nel
             campo della medicina, dell’attività produttiva, delle funzioni gestionali e ammi-
             nistrative. Ma, proprio in quest’ultimo settore, sorgono quesiti sul futuro del
             lavoro che è concepito nella visione classica come una componente capitale del-
             l’essere umano. La possibilità di squilibri sociali non può essere ottimisticamen-
             te esclusa, soprattutto se si configura una classe privilegiata di ideatori, pro-
             grammatori e proprietari di simili macchine.
                  Gli interrogativi si fanno forse più urgenti sul versante etico. Quali valori
             morali possono essere programmati negli algoritmi che conducono la macchina
             pensante a processi decisionali di fronte a scenari che le si presentano davanti
             e nei cui confronti deve operare una decisione capace di influire sulla vita di
             creature  umane?  Queste  inquietudini  riguardano  in  particolare  la  cosiddetta
             «intelligenza artificiale forte» (artificial general intelligence o Strong AI) i cui sistemi
             sono programmati per un’autonomia della macchina fino al punto di migliorare
             e ricreare in proprio la gamma delle sue prestazioni, così da raggiungere una
             certa  «autocoscienza».  È  ciò  che  hanno  liberamente  descritto  gli  autori  di
             romanzi o film di fantascienza, ma che ora è in via di sperimentazione e che ha
             sollecitato reazioni nette e allarmate anche di alcuni scienziati.
                  Altri sono, al riguardo, più ottimisti di fronte a questo sviluppo perché essi
             si affacciano con fiducia sul futuro che sarà segnato sempre dal primato della
             creatura umana. Sta di fatto che, come accade per la genetica e le neuroscienze,
             così  anche  le  nuove  tecnologie  potrebbero  trasformare  le  capacità  fisiche  e
             intellettuali  degli  esseri  umani  per  superarne  i  limiti.  Qualcosa  del  genere  si
             intravede nella fusione con gli organismi umani di elementi tecnologici, come
             l’impianto  di  chips  per  rafforzare  la  memoria  e  l’intelligenza  del  soggetto  o
             potenziare le capacità di certi organi, come l’occhio (il cyborg).


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