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OSSERVATORIO INTERNAZIONALE



                  Nel 2005, l’Alleanza avviò il programma ALTBMD (Active Layered Theatre
             Ballistic Missile Defence), il cui obiettivo era quello di garantire una difesa antimis-
             sile per il territorio e i popoli europei della NATO, oltre che alle forze spiegate
             in zona di operazioni.
                  Scopo di questo progetto era quello di migliorare, testare e integrare le
             capacità C2  dei diversi Paesi, in modo da arrivare ad un efficace scambio di
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             informazioni tra i vari sistemi ATBM (Anti Tactical Ballistic Missile) della NATO
             stessa e dei suoi Paesi membri. In tal modo si sarebbe realizzata una architettura
             in grado di scoprire per tempo i missili in arrivo, fornendo capacità ATBM
                                                                                      (17)
             (contro missili dotati di gittata pari a tremila chilometri o inferiore) a favore
             delle forze NATO.
                  Un primo risultato rappresentato da una parziale capacità, fu raggiunto già
             all’inizio del 2011. Il sistema C2 della NATO per la BMD di teatro, è stato
             comunque aggiornato in fasi successive, fra il 2013 e il 2018.
                  Sul versante industriale alla fine del 2010, l’Europa raggiunse un traguardo
             altrettanto importante.
                  Il sistema missilistico terrestre italo-francese SAMP/T (Sistema Superficie
             Aria Media Portata Terrestre) (in figura) intercettò l’8 ottobre 2010 un bersaglio
             simulante un missile balistico divenendo così il primo missile europeo con tali
             capacità.
                  Nel quadro del programma missilistico FSAF (Famille de systemes Sol-Air
             Futur,  Famiglia  Sistemi  Futuri  Superficie-Aria),  era  da  tempo  prevista  la  verifica
             delle  capacità  ATBM  del  sistema  SAMP/T,  che,  grazie  ai  missili  MBDA
             ASTER 30 Block 1 appositamente modificati e ad una serie di migliorie a tutto
             il sistema, era in grado di intercettare missili balistici con gittata fino a seicento
             chilometri.
                  L’obiettivo del test era proprio di dimostrare la capacità del sistema di
             rispondere ad un attacco da parte di un missile balistico tattico.
                  Alcune componenti della TMD della NATO sarebbero state costituite da
             sistemi  in  sviluppo  a  livello  nazionale,  mentre  la  capacità  BMC3  (Battlefield
             Management/Comunications,  Command  and  Control),  per  tutto  lo  spettro  della
             Extended Air Defence, sarebbe stata fornita dal nuovo ACCS (Air Command and
             Control System) dell’Alleanza.
                  Non era da escludere poi, che la TMD sarebbe alla fine confluita nel più
             vasto disegno di difesa antimissile globale di Bush, anche se permanevano in
             Europa serie preoccupazioni per lo sviluppo di armamenti spaziali da parte sta-
             tunitense, come possibili componenti della NMD (National Missile Defence), per


             (16)  C2, Comando e Controllo.
             (17)  Anti Tactical Ballistic Missile.

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