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MISSILI: UN SISTEMA DI DETERRENZA FONDATO
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                     La quarta fase dell’EPAA, è utile ricordarlo, sarebbe consistita nello schie-
               ramento in Polonia di un’aliquota di missili intercettori del tipo SM-3 Block IIB,
               ufficialmente volti alla protezione del territorio dell’intera Alleanza Atlantica da
               una possibile minaccia missilistica iraniana a lungo raggio.
                     Gli  USA  hanno  forse  cominciato  una  politica  di  “sganciamento”
               dall’Europa  per  concentrarsi,  sia  dal  punto  di  vista  militare,  che
               commerciale/economico, su aree strategicamente più “interessanti”? I continui
               avvertimenti del presidente Trump agli Stati europei di destinare, così come
               deciso nel vertice NATO del Galles (2014) il due per cento del PIL in investi-
               menti nel campo della difesa, deve forse esser letto come un incitamento rivolto
               all’Europa affinché diventi, nel più breve tempo possibile, autonoma dal punto
               di vista della difesa?
                     A queste considerazioni e domande, si aggiunge un ulteriore quesito. La
               Russia sta forse attuando questa politica espansiva, in termini di sistemi antimis-
               sili, per reagire al nuovo impulso che gli USA stanno imprimendo al “Sistema
               di Difesa Spaziale”?
                     Ad oggi, gli Stati Uniti hanno già in orbita diversi satelliti che svolgono la
               funzione di allarme precoce, i DSP (Defense Support Program); questi sono a loro
               volta oggetto di programmi di ammodernamento in vista di creare un unico
               sistema globale di informazioni. Vi sono delle postazioni di lancio per missili
               intercettori  in  California,  in  Alaska  e  in  futuro  anche  in  Europa  orientale.
               Analizzando le caratteristiche di questi e di altri sistemi mobili che si stanno
               testando negli Stati Uniti, come il THAAD, la conclusione è che si tratta di
               sistemi idonei a contrastare le minacce di tutti i missili balistici oggi esistenti.
                     Il  futuro  è  ancora  tutto  da  definire:  giorno  dopo  giorno  lo  “Scudo
               Spaziale” sta prendendo forma e con esso la “space weaponisation” sta diven-
               tando realtà. Non a caso, già da qualche anno, quando si parla di domini all’in-
               terno dei quali si sviluppa un’azione militare, oltre a quello terrestre, marino,
               aereo, cibernetico si considera anche quello spaziale; un capitolo, quest’ultimo,
               ancora tutto da scrivere.















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