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OSSERVATORIO INTERNAZIONALE



                  Tra i Paesi che allo stato attuale destano maggiore preoccupazione in tema
             di armamento antimissile, vi è sicuramente la Turchia.
                  È infatti di questi giorni, la notizia dell’introduzione tra i sistemi di difesa
             (e quindi anche di offesa) del Paese dei famigerati missili russi S-400. Questo
             missile è stato progettato come sistema d’arma capace di intercettare e colpire
             aerei da guerra e missili balistici e da crociera che volano a una velocità fino a
             diciassettemila chilometri orari. Il sistema può individuare fino a trentasei obiet-
             tivi contemporaneamente (ottanta nelle nuove versioni) in un raggio che va da
             trenta a quattrocento chilometri in base al tipo di missile utilizzato. La contro-
             versia che sta, in qualche modo, sconvolgendo l’area Atlantica riguarda il fatto
             che la Turchia, in qualità di stato membro della NATO, ha appoggiato e sotto-
             scritto il programma dei caccia di quinta generazione, F-35. L’utilizzo da parte
             della Turchia di un sistema antimissile russo, l’S-400, consentirebbe a Mosca di
             raccogliere dati riservatissimi sulle caratteristiche tecniche del nuovo velivolo e
             soprattutto sulle sue caratteristiche stealth.
                  L’accordo sull’S-400 è il primo in assoluto tra la Russia e un Paese della
             NATO. Ciò sta suscitando dubbi sia sulla deriva estera del presidente Erdogan
             sia su un eventuale “disegno” strategico russo, quello di attuare una strategia di
             divisione all’interno della NATO. A sessantasette anni dall’adesione, uno dei
             principali  membri  dell’Alleanza  Atlantica,  secondo  esercito  per  grandezza
             dell’Alleanza e sede di basi militari, tra cui Incirlik che ospita armi nucleari USA,
             posiziona sul suolo nazionale armamenti e strumentazioni russi che potrebbero
             compromettere  l’intera  “rete  di  protezione”  che  l’Alleanza  sta  costruendo  a
             tutela  dell’intera  Europa.  È  inoltre  importante  riflettere  sul  dato  che,  altre
             nazioni come Cina, India, Arabia Saudita hanno già firmato accordi per l’im-
             portazione dello stesso S-400. A questo punto viene naturale domandarsi verso
             quale asset strategico stia virando il mondo.
                  Da  un  lato  la  Russia  cerca  di  “scompaginare”  l’Alleanza,  consentendo
             sempre  maggiormente  alla  Turchia  di  elevarsi  a  potenza  regionale,  dall’altro
             cerca di fidelizzarsi, attraverso la vendita della sua tecnologia militare, Stati che
             cercano di allargare sempre di più la propria sfera d’influenza. Dall’altro lato vi
             sono gli USA.
                  Gli  Stati  Uniti,  negli  anni  dell’amministrazione  Obama,  hanno  operato
             una profonda ristrutturazione della difesa antimissile cancellando la quarta ed
             ultima fase dell’EPAA. La motivazione addotta per una simile manovra è stata
             che semplicemente fosse necessario al fine di procedere in direzione di un gene-
             rale riesame, ma di fatto si andava a rimuovere uno dei principali ostacoli al lan-
             cio  di  una  nuova  tornata  negoziale  per  la  riduzione  del  numero  delle  armi
             nucleari strategiche con la Russia.


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