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LA PROTEZIONE DEI BENI CULTURALI NEI CONFLITTI ARMATI
della parte avversaria dell’art. 53, lett. b, e quando i monumenti storici, le opere
d’arte e i luoghi di culto in questione non siano situati in prossimità di obiettivi
militari”.
Come si può osservare, la protezione speciale qui menzionata non presen-
ta collegamenti con quella per così dire “tecnica” di cui alla Convenzione
dell’Aja del 1954. Si può trattare di una condizione di protezione speciale che
va a toccare anche beni, ad esempio, che sono oggetto di tutela da parte
dell’UNESCO, in particolare nelle liste del patrimonio mondiale che l’organiz-
zazione cura ed estende.
In definitiva, quindi, siamo in presenza di un obbligo assoluto, con l’unico
limite dell’uso del bene culturale, che non può essere destinato a scopi militari.
Questo è quanto si può osservare in tema di “rispetto” dei beni culturali.
Più carente si presenta il campo della “salvaguardia”, cioè di quella moda-
lità di protezione che deve essere progettata e realizzata fin dal tempo di pace.
Le norme sono abbastanza imprecise, e gli Stati poco inclini a impegnarsi con-
cretamente in iniziative mirate a predisporre efficaci forme di protezione “pre-
ventiva”.
Un rilevante contributo alla precisazione dei contorni dei crimini com-
messi a danno dei beni culturali è offerto dalla cospicua giurisprudenza del
Tribunale dell’Aja, che ha giudicato e punito gli autori di crimini commessi nel-
l’ex Jugoslavia a partire dal 1° gennaio 1991 .
(29)
La sentenza resa nel caso Tadic ha anche sancito l’applicabilità delle
norme sia ai conflitti internazionale sia a quelli interni e a quelli misti (cioè dotati
di caratteri di internazionalità e, al contempo, privi di alcuni di questi caratteri).
Inoltre, ha affermato l’esistenza di norme consuetudinarie applicabili a tutti i
conflitti e queste investono anche l’ambito dei beni culturali. Dunque, le norme
sui beni culturali comportano l’obbligo generalizzato di rispetto in tutti i tipi di
conflitto.
Nelle sentenze del Tribunale si trovano interessanti modalità di applicazio-
ne delle norme in materia di responsabilità penale individuale per gravi attacchi
a beni culturali e artistici, in stretta connessione con quelli religiosi.
Questo riferimento costante ai beni religiosi si spiega con la natura parti-
colare delle tragedie dell’area dell’ex Jugoslavia, che hanno ampiamente presen-
tato profili di conflitto interreligioso oltre che interetnico.
Numerosi atti di incriminazione, di conseguenza, recano un’enfasi parti-
colare sui casi di distruzione di beni religiosi.
Inoltre, la giurisprudenza presenta una significativa evoluzione sotto il
profilo delle categorie di diritto penale sostanziale.
(29) Le sentenze del Tribunale penale internazionale si trovano nel sito web www.icty.org.
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