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LA PROTEZIONE DEI CIVILI NELLE MISSIONI DI PACE



                     c. Facilitate Access to Basic Needs (FABN): minimizzare il proprio impatto
               sull’ambiente locale, sulle infrastrutture, sulle risorse e sulla popolazione e allo
               stesso tempo contribuire a garantire l’accesso ai bisogni e servizi essenziali alla
               popolazione locale.
                     Per quanto invece riguarda l’UHE è un processo continuo di osservazio-
               ne, percezione e interpretazione di una crisi, che fornisce ai decisori informa-
               zioni sul contesto, approfondimenti e previsioni, per consentire una efficace
               pianificazione e condotta delle operazioni.


               5. Conclusioni
                     L’analisi  condotta  permette  chiaramente  di  capire  come  il  concetto  di
               POC si sia espanso in diverse direzioni. Non solo, infatti, è passato da un’ap-
               plicazione  limitata  al  DIU  come  Diritto  di  Ginevra  applicabile  ai  conflitti
               armati, arrivando lentamente, non senza traumatici passaggi (125)  dovuti alle sue
               carenze  iniziali,  a  poter  essere  applicata  alle  PSOs/CROs,  entrando  quindi
               nell’ambito del DIDU, riconosciuto di fatto come un diritto della persona che
               si trova in un territorio soggetto a mandato POC dell’UNSC a vedersi tutelato
               dai peacekeepers.
                     Ma, ulteriormente, pare essersi espansa inglobando nuovi e ulteriori con-
               tenuti rispetto all’iniziale integrità fisica del civile. Si è, infatti, riscontrato come
               la POC ormai riguardi anche l’uguaglianza di genere, la tutela dei minori, la
               libertà di movimento, il pericolo della diffusione di armi e mine, la sicurezza in
               senso lato, l’addestramento delle forze di sicurezza e l’educazione alla legalità
               nella ricostruzione delle istituzioni locali. In tale direzione sembra andare una
               recente risoluzione (126)  dell’UNSC che seppur titolando “protection of civilians
               in  armed  conflict”,  tratta  il  problema  della  carenza  di  cibo  e  della  carestia
               ponendoli in relazione alla POC in quanto l’assenza di cibo potrebbe causare
               danni fisici gravi e anche la morte nelle persone che si trovano a vivere nelle
               aree di crisi.
                     La risoluzione in parola rimarca il legame tra violenza e conflitti armati
               da un lato e l’insicurezza alimentare da essi causata e la minaccia di carestia dal-
               l’altro (127) . Aggiunge altresì che tale insicurezza alimentare, insieme alle viola-
               zioni di DIU e DIDU, può causare esodi forzati di persone (128) . Pone pertanto
               i tre pericoli sullo stesso piano in tema di lesività e quindi di tutela.


               (125) Cfr. note da 28 a 33 pag. 6.
               (126) Protection of  civilians in armed conflict, S/RES/2417, 2018.
               (127) Ivi, para. 1.
               (128) Ivi, para. 2.

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