Page 24 - Rassegna 2020-1-Inserto
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L’IMPEGNO ALL’ESTERO DELL’ARMA DEI CARABINIERI
erano quelli già individuati dalle convenzioni e dai protocolli aggiuntivi di
Ginevra, ovvero i cittadini dei Paesi “atlantici” e quelli dei paesi nemici nel caso
fosse scoppiato un conflitto armato internazionale, tipo di conflitto in cui
l’Alleanza aveva previsto di operare ma, finita la Guerra Fredda, la repentina
mutazione del quadro geostrategico ha portato le truppe NATO in teatri sia di
tipo propriamente bellico che di “semplice” crisi e conflittualità interna.
Ed è da queste situazioni occorse dall’ultimo decennio del XX secolo ad
oggi che la NATO si è trovata a operare, non più come strumento di difesa col-
lettiva ma come strumento di sicurezza collettiva (105) , in risposta alle situazioni
di crisi con operazioni militari diverse da quelle previste dall’art. 5 del Trattato,
le cosiddette non article five crisis response operations (106) .
In queste NA5CRO i militari dell’Alleanza hanno operato, pur senza un
proprio concetto strategico, anche a protezione dei civili in esecuzione di man-
dati ONU realizzando però, con il passare del tempo, che era necessario adot-
tare una propria policy strategica in ambito POC. Operando infatti in armi con-
tro insurgents (107) e terroristi, specie in Afghanistan, i comandi NATO hanno
compreso che per concludere proficuamente un’operazione è necessario otte-
nere il consenso della popolazione e garantirne la sicurezza: “il conflitto sarà
vinto persuadendo la gente, non distruggendo il nemico” e “la missione è pro-
teggere la gente” (108) . Ma per avere uno statement ufficiale si è dovuti giungere fino
al Summit di Varsavia (109) ove si è espressamente fatto riferimento a una policy di
POC (110) . Tale policy è stata pubblicata (111) in concomitanza alla dichiarazione di
Varsavia. Il documento individua dieci misure per implementare i mandati POC.
(105) N. RONZITTI, Diritto internazionale dei conflitti armati, Giappichelli, Torino, 2014, pag. 100.
(106) Non-article 5 crisis response operations (NA5CRO) can be described as multifunctional operations that
encompass those political, military, and civil activities, initiated and executed in accordance with international
law, including international humanitarian law, contributing to conflict prevention and resolution and crisis
management, or serve humanitarian purposes, in the pursuit of declared Alliance objectives, NATO allied
joint doctrine for non-article 5 crisis response operations, AJP-3.4(A), 2010.
(107) Insurgency: the organized use of subversion and violence to seize, nullify, or challenge political control of a
region. Insurgency can also refer to the group itself. (US DOD, JP 3-24, p. GL-5, 2018).
(108) S. MCCHRYSTAL, ISAF Commander’s counterinsurgency guidance, ISAF-HQ, Kabul, 2009.
(109) NATO Summit, 8-9 luglio 2016, Warsaw (PL).
(110) Driven by our values and international law, we recognise the imperative to protect civilians from the effects
of armed conflict. That is why we have today endorsed the NATO Policy on the Protection of Civilians,
developed with our partners and in consultation with the UN and other international organisations. In this
Policy, protection of civilians includes all efforts taken to avoid, minimise, and mitigate the negative effects
on civilians arising from NATO and NATO-led military operations and, when applicable, to protect civi-
lians from conflict-related physical violence or threats of physical violence by other actors. The Policy comple-
ments NATO’s existing efforts in related areas and it includes a stability policing dimension. We will imple-
ment this Policy through a concrete action plan, which will be reviewed regularly by the Council. Warsaw
Summit Communiqué, 9 luglio 2016, para. 132.
(111) NATO Policy for the Protection of Civilians endorsed by the Heads of State and Government participating
in the meeting of the North Atlantic Council in Warsaw 8-9 July 2016, NATO, 2016.
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