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L’IMPEGNO ALL’ESTERO DELL’ARMA DEI CARABINIERI



             particolarmente protette , e con un migliorato approccio alla POC sul lungo
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             periodo , iniziando a uscire da un concetto di POC legato solamente all’inte-
                    (48)
             grità psicofisica della persona, allargandolo anche alle relazioni interpersonali
             della stessa.
                  Proprio dal 1999 iniziano a comparire nei mandati dell’UNSC chiari rife-
             rimenti alla POC che rimarrà una costante delle PSOs ONU da quel momento.
                  Nell’anno successivo, l’UNSG K. Annan  ha costituito un comitato di
                                                          (49)
             esperti che ha redatto un rapporto  sulle missioni di pace dell’ONU, noto
                                               (50)
             come The Brahimi  report. Tale documento formula delle raccomandazioni al
                              (51)
             fine di migliorare le PSOs dell’ONU che, finalizzate a portare pace ed evitare
             violenze,  devono  essere  adeguatamente  strutturate  e  credibili.  Riguardo  alla
             POC, afferma che i peacekeepers dovrebbero sempre essere autorizzati a fermare
             le violenze  e che non possono limitare la tutela a poche persone o limitate
                       (52)
             enclavi ma che la missione deve essere adeguatamente attagliata per la difesa di
             tutti i civili . Il Brahimi report fu fonte ispiratrice per una profonda riforma del
                       (53)
             dipartimento UN per le missioni di pace (DPKO) che ha anche portato una
             nuova dottrina di settore, la cosiddetta Capstone doctrine .
                                                                 (54)
                  Nel 2006, dopo il World Summit dell’anno precedente , l’UNSC è ritorna-
                                                                    (55)
             to sull’argomento della POC  richiamando l’esito del summit e individuando -
                                        (56)
             iniziale elemento di novità nell’evoluzione del concetto di POC - il traffico di
             armi  come grave attività correlata al pericolo per i civili. Il nesso è chiaro poi-
                 (57)
             ché è ripetutamente emerso nelle statistiche che più del novanta per cento dei
             (47)  Ivi, para. 13.
             (48)  Ivi, pag. 1, “Enhance the protection of  civilians on a long-term basis, including by promoting economic
                  growth, poverty eradication, sustainable development, national reconciliation, good governance, democracy, the
                  rule of  law and respect for and protection of  human rights”.
             (49)  KOFI ATTA ANNAN, Kumasi (GH), 8 aprile 1938 - 18 agosto 2018, politico e diplomatico
                  ghanese, è stato il settimo UNSG, dal 1997 al 2006.
             (50)  Report of  the Panel on United Nations Peace Operations, A/55/305, S/2000/809, 2000.
             (51)  LAKHDAR BRAHIMI, El Azizia (DZ), 1° gennaio 1934, un diplomatico e politico algerino, è
                  stato Segretario generale aggiunto della Lega araba e dell’ONU, nonché Inviato Speciale
                  dell’UNSG in diverse occasioni.
             (52)  Ivi, para. 62, “Indeed, peacekeepers - troops or police - who witness violence against civilians should be pre-
                  sumed to be authorized to stop it, within their means, in support of  basic United Nations principles”.
             (53)  Ivi, para. 63, “If  an operation is given a mandate to protect civilians, therefore, it also must be given the
                  specific resources needed to carry out that mandate”.
             (54)  United Nations Peacekeeping Operations Principles and Guidelines, DPKO-DFS, 2008.
             (55)  Organizzato nel 60° delle Nazioni Unite, “the largest gathering of  world leaders in history”, ha pro-
                  dotto un documento finale (2005 World Summit outcome, A/RES/60/1, 2005), in cui vengono
                  ribaditi la necessità di proteggere le popolazioni dal genocidio, dai crimini di guerra, dalla
                  pulizia  etnica  e  dai  crimini  contro  l’umanità  (para.  139),  in  particolare  le  “fasce  deboli”,
                  donne e bambini, durante e dopo i conflitti armati (para. 58/f).
             (56)  Protection of  civilians in armed conflict, S/RES/1674, 2006.
             (57)  Ivi, “small arms and light weapons”.

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