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L’IMPEGNO ALL’ESTERO DELL’ARMA DEI CARABINIERI



                  Così se le prime missioni furono essenzialmente rivolte a interporre una
             forza di osservatori - dopo l’accordo di pace - tra le parti confliggenti, con il
             passare del tempo, specialmente dopo il terremoto globale causato dal crollo
             della cortina di ferro , le PKOs videro accrescere il loro potere attraverso riso-
                                (25)
             luzioni UNSC più ampie che attribuivano compiti di supporto alle istituzioni
             locali e/o di ricostruzione delle stesse.
                  La forza era impiegata solo per autodifesa e mai si era posto il problema
             della protezione dei civili (POC), non trovandosi i peacekeepers in situazioni di
             conflitti armati, e quindi non potendo applicare il DIU. Questo fino al termine
             della guerra fredda. Tale termine segnò un punto di svolta nel mantenimento
             della pace con la pubblicazione nel 1992 dell’Agenda per la pace  dell’UNSG
                                                                           (26)
             Boutros Boutros-Ghali. Il rapporto suggeriva l’adozione di mandati più “per-
             vasivi” rispetto a quelli precedenti. In esso ancora non si parlava però di POC.
                  Tale svolta nell’approccio alle missioni di pace aveva evidentemente delle
             lacune talché negli stessi primi anni Novanta si assistette a un’altra svolta - questa
             purtroppo molto cruenta - nelle stesse, quella determinata dalla deadly trilogy o
             fatal trilogy , la disgraziata terna di missioni, UNPROFOR , UNOSOM II ,
                      (27)
                                                                                      (29)
                                                                     (28)
             UNAMIR , che ha determinato il naufragio del sistema peacekeeping dell’ONU.
                      (30)
             Tali missioni non sono state capaci di impedire o contenere violenze inaudite
                                                                                      (31)
             che anzi hanno visto i caschi blu inermi o addirittura quasi conniventi .
                                                                               (32)
                  Lo stesso UNSG Boutros-Ghali, quindi, interviene modificando l’Agenda
             for peace con un documento integrativo  che analizza le debolezze dei man-
                                                    (33)
             dati “fallimentari” di poco precedenti che giudica lacunosi .
                                                                     (34)
             (25)  La “iron curtain” (W. Churchill, 11 maggio 1945) fu quell’evocativo confine che separava il bloc-
                  co sovietico dai paesi capitalisti occidentali dalla fine del secondo conflitto mondiale fino al 1989.
             (26)  An Agenda for Peace: Preventive diplomacy, peacemaking and peace-keeping, A/47/277, 1992.
             (27)  Non è chiaro chi abbia coniato il termine, ormai diffuso, ma è rinvenibile in J. COULON, M.
                  LIÉGEOIS,  Whatever  happened  to  peacekeeping?  The  future  of   a  tradition,  Canadian  Defence  &
                  Foreign Affairs Institute - CDFAI, Calgary (CA-AB), 2010, pag. 15.
             (28)  United Nations Protection Force, 1992-95, UNSCR S/RES/743, 1992.
             (29)  United Nations Operation in Somalia, 1993-95, UNSCR S/RES/794, 1992.
             (30)  United Nations Assistance Mission for Rwanda, 1993-96, UNSCR S/RES/872, 1993.
             (31)  I più eclatanti, tra i molti fatti, l’eccidio di Srebrenica, il genocidio tra Hutu e Tutsi, l’uccisio-
                  ne di moltissimi peacekeepers in tutte e tre le missioni.
             (32)  Celebre è la foto del comandante olandese che brinda con il generale Ratko Mladic.
             (33)  Supplement to an agenda for peace: position paper of  the secretary-general on the occasion of  the fiftieth anni-
                  versary of  the United Nations, A/50/60, 1995.
             (34)  There are three aspects of  recent mandates that, in particular, have led peace-keeping operations to forfeit the
                  consent of  the parties, to behave in a way that was perceived to be partial and/or to use force other than in
                  self-defence. These have been the tasks of  protecting humanitarian operations during continuing warfare, pro-
                  tecting civilian populations in designated safe areas and pressing the parties to achieve national reconciliation
                  at a pace faster than they were ready to accept. The cases of  Somalia and Bosnia and Herzegovina are
                  instructive in this respect. Ivi, para. 34.

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