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L’ABUSO D’UFFICIO TRA DIRITTO E RAGIONE
utilizzato e, quindi, dall’accertata illegittimità della condotta. Occorre in altri
termini stabilire se l’agente abbia abusato della sua funzione, violando precisi
parametri normativi al fine di favorire o danneggiare qualcuno, abbia cioè deli-
beratamente strumentalizzato la funzione per finalità di carattere privatistico,
derogando all’obbligo di esercitarla secondo criteri d’imparzialità e buon anda-
mento dell’attività amministrativa (art. 97 Cost.), essendo a tal riguardo neces-
sario valutare se i compensi corrisposti a consulenti esterni fossero sproporzio-
nati, se le attività affidate fossero state compiute o risultassero superflue ed
ancora se i risultati degli obiettivi perseguiti fossero stati raggiunti o meno. -
Cass. pen., Sez. Sesta, 18 marzo 2016, n. 17676.
Il danno ingiusto rilevante ai fini della configurabilità del reato di abuso di
ufficio è anche il danno che attiene alla sfera dei diritti o anche solo degli inte-
ressi non patrimoniali di un soggetto: più volte, infatti, si è ritenuto che tale ele-
mento fosse integrato dall’aggressione ingiusta alla sfera della personalità per
come tutelata dai principi costituzionali. Ciò, in particolare, anche quando detta
aggressione derivasse dall’esercizio indebito di poteri investigativi. Da tali pre-
messe, essendo il danno ingiusto, un elemento costitutivo del reato di abuso di
ufficio, lo stesso può essere costituito anche dalla lesione delle prerogative par-
lamentari, compiuta mediante l’adozione di un provvedimento di acquisizione,
agli atti di un procedimento penale, di dati ottenuti in violazione delle guaren-
tigie riconosciute al membro del Parlamento, ovvero mediante l’elaborazione di
tali dati, illegittimamente acquisiti, da parte del magistrato o di un suo collabo-
ratore. In tal caso di configura un danno ingiusto perché immediatamente lesivo
della sfera di prerogative attribuite dalla Costituzione al parlamentare non uti
singulus, ma quale membro dell’Assemblea, a tutela della sua libertà da inter-
ferenze in ordine allo svolgimento del mandato elettivo - Cass. pen., Sez. Sesta,
22 settembre 2016, n. 49538.
In tema di abuso d’ufficio, il requisito del vantaggio patrimoniale va rife-
rito al complesso dei rapporti giuridici a carattere patrimoniale e sussiste non
solo quando la condotta procuri beni materiali o altro, a favore di colui nel
cui interesse l’atto è stato posto in essere ma anche quando la stessa arrechi
un accrescimento della situazione giuridica soggettiva - Cass. pen., Sez. Terza,
Sent. 13 dicembre 2017, n. 4140 (rv. 272113).
Ecco perché, “il reato non è configurabile qualora l’accrescimento “con-
tra ius” della sfera patrimoniale di un privato non derivi dalla deliberata stru-
mentalizzazione della funzione da parte del pubblico agente che, abusando
della sua funzione per finalità di carattere privatistico, abbia violato specifici
parametri normativi al fine di favorire o danneggiare qualcuno” - Cass. pen.,
Sez. Sesta, Sent. 18 marzo 2016, n. 17676 (rv. 267171).
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