Page 52 - Rassegna 2019-4
P. 52
DOTTRINA
La progressiva espansione dell’elemento oggettivo
In tema di abuso d’ufficio, integra l’elemento oggettivo del reato la condot-
ta (nella specie, il conferimento da parte di un sindaco di incarichi di rappresen-
tanza e difesa davanti alle Commissioni tributarie al dirigente dell’ufficio comu-
nale “finanze e tributi”) che determina l’attribuzione al dirigente pubblico di
somme di denaro ulteriori rispetto alla retribuzione concordata nei contratti col-
lettivi, sussistendo, in tal caso, la violazione del principio di onnicomprensività
della retribuzione stabilito dall’art. 24, D.Lgs. 30 marzo 2001, n.165 e di matrice
costituzionale - Cass. pen., Sez. Quinta, Sent. 4 aprile 2018, n. 33843 (rv. 273623).
In tema di abuso d’ufficio, la violazione di legge cui fa riferimento l’art. 323 c.p.
riguarda non solo la condotta del pubblico ufficiale in contrasto con le norme
che regolano l’esercizio del potere, ma anche quelle che siano dirette alla realiz-
zazione di un interesse collidente con quello per quale il potere è conferito,
ponendo in essere un vero e proprio sviamento della funzione. (Fattispecie in
cui il sindaco di un Comune aveva disposto la revoca dell’incarico dirigenziale
ricoperto da un dipendente candidatosi in una lista contrapposta, apparente-
mente giustificato tale scelta con esigenze di contenimento della spesa senza
che, tuttavia, fosse stata previamente deliberata una diversa organizzazione
degli uffici) - Cass. pen., Sez. Sesta, Sent. 13 aprile 2018, n. 19519 (rv. 273099).
In tema di abuso d’ufficio, integrano il requisito della violazione di legge
sia l’acquisizione, sia la successiva elaborazione di tabulati relativi a comunica-
zioni telefoniche intercorse su utenze che, alla luce degli atti di indagine esistenti
al momento del provvedimento, risultano riferibili a deputati o senatori, in
assenza della preventiva autorizzazione della Camera di appartenenza di questi
ultimi. (In motivazione, la Suprema Corte ha precisato che la garanzia prevista
dall’art. 4 legge 140 del 2003 trova il suo fondamento nell’art. 68, terzo comma,
Cost., ed è funzionale alla tutela dell’autonoma esplicazione dell’attività istitu-
zionale del parlamentare da indebite invadenze del potere giudiziario e, pertan-
to, ai fini della sua operatività, ciò che rileva non è la titolarità o la disponibilità
dell’utenza monitorata, quanto piuttosto la circostanza che l’atto di indagine sia
volto, in concreto, ad accedere nella sfera delle comunicazioni del parlamentare,
a prescindere dal fatto che il procedimento riguardi terzi o che le utenze sotto-
posto a controllo appartengano a terzi) - Cass. pen., Sez. Sesta, 22 settembre 2016,
n. 49538 (rv. 268422).
La cosiddetta doppia ingiustizia: vantaggio e danno
Circa lo scrutinio della cosiddetta doppia ingiustizia, che postula un dupli-
ce e distinto apprezzamento avente ad oggetto condotta ed evento, “non
potendosi far discendere l’ingiustizia del vantaggio dall’illegittimità del mezzo
50