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TRIBUNA DI STORIA MILITARE



                  Mancini approvò quanto fatto da Frigerio e al Cairo, dove il 10 settembre
             vi era stato il colpo di stato nazionalista da parte di Ahmad Orabi pascià, il
             nuovo esecutivo guidato da Muhammad Sharif pascià annullò l’invio di truppe
             a Rahéita e si dichiarò disposto a iniziare una nuova indagine per individuare i
             responsabili dell’attacco alla spedizione Giulietti, che portò poco dopo al fermo
             di quattro sospetti che sarebbero stati processati al Cairo nel 1884 .
                                                                             (39)
                  Ciò fu ottenuto anche per le pressioni britanniche, in quanto il governo
             retto dal liberale William Ewart Gladstone, che aveva sostituito dal 23 aprile
             1880 quello presieduto dal conservatore Disraeli, aveva deciso di appoggiare le
             richieste italiane in quell’area dove si stavano palesando sempre più fortemente
             gli interessi da parte della Francia e della Germania.
                  Il 16 febbraio 1882 fu pertanto sottoscritto un accordo bilaterale anglo-
             italiano con il quale Londra riconosceva lo stato di fatto venutosi a creare lungo
             il litorale eritreo a causa della presenza italiana. In base a questa convenzione il
             10 marzo successivo a Roma venne redatta una convenzione firmata da parte
             del governo dal ministro degli Affari Esteri Mancini, dal ministro delle Finanze
             e ad interim del Tesoro Agostino Magliani e dal ministro dell’Agricoltura e del
             Commercio Domenico Berti e in rappresentanza della compagnia di navigazio-
             ne genovese, che dal 4 settembre 1881 si era fusa con la Flotte Riunite Florio
             per costituire la Navigazione Generale Italiana, dal cavaliere Rodolfo Hofer.
                  Nel documento era riportato che «premesso che la Società R. Rubattino e
             C.,  con  l’opera  di  speciali  suoi  mandatari,  e  con  l’autorizzazione  del  Regio
             Governo, acquistava fin dall’anno 1869, e indi ampliava con acquisti successivi
             stipulati con capi indigeni aventi la pienezza della politica indipendenza, ogni
             ragione di privata proprietà e di assoluta sovranità sopra i territori attorno alla
             Baja d’Assab, nella costa sud-occidentale del Mar Rosso, e fin d’allora dichiara-
             va, consenziente il Regio Governo, che la sovranità su quei territori stessi si
             intendeva, con la presa di possesso da parte della Società acquisita a favore
             dello Stato italiano; premesso altresì, che il Regio Governo, fin dal principio
             affermava, nei rapporti diplomatici, la acquisita sovranità, e ne assumeva del
                  FRIGERIO al ministro della Marina Ferdinando ACTON, redatta a Beilùl il 22 luglio 1881, con
                  n. di prot. 76 e avente oggetto «Missione a Beilul».
             (39)  Le autorità italiane in realtà ritenevano che non tutti i maggiori colpevoli dell’eccidio fossero stati
                  presi e così, quando nel febbraio del 1886 giunse notizia che a Beilùl si trovasse un cammelliere,
                  Abdallah Mohammed, sospettato di aver fatto parte della spedizione Giulietti e di essersi accor-
                  dato con gli aggressori per facilitare il loro attacco, i nostri militari procedettero al suo fermo.
                  Tuttavia, non emergendo prove certe della sua colpevolezza, fu deciso di rilasciarlo per evitare
                  di destare nuove diffidenze da parte degli indigeni nei confronti degli italiani, vedi ASDMAE,
                  ASMAI, Archivio Eritrea, busta 1026, fascicolo 2: lettera del maggiore generale Carlo GENÈ al
                  ministro degli Affari Esteri Carlo Felice NICOLIS DI ROBILANT, redatta a Massaua il 24 marzo
                  1886, con n. di prot. 305 e avente oggetto «Arresto di uno degli autori dell’eccidio Giulietti».

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