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L’INTERESSE INIZIALE DEL REGNO D’ITALIA PER IL CORNO D’AFRICA
Addirittura il khedivè Ismail pascià il 29 aprile 1870, dopo che da quattro
giorni il Vedetta aveva lasciato Assab, vi aveva inviato la corvetta Khartum al
comando del commodoro Mohamed Gamal bey a investigare circa quanto vi
era accaduto e per lasciarvi un presidio militare, che in seguito fu ritirato .
(22)
Avviso a ruote Esploratore comandato dal capitano di fregata Carlo De Amezaga
(Collezione Franco Bargoni)
Ismail pascià era infatti intenzionato ad espandersi in quell’area e nell’esta-
te del 1875 iniziò una lunga e rovinosa guerra contro l’Impero d’Etiopia che fu
proseguita dal figlio Tawfiq, dalla quale l’Egitto uscì sconfitto e assai indebolito.
Nello stesso periodo si erano svolte alcune spedizioni italiane in Etiopia e
verso i grandi laghi equatoriali, grazie anche all’attività compiuta dalla Società
Geografica Italiana fondata nel 1867, con il risultato di risvegliare l’interesse
nazionale per il Corno d’Africa. Esso fu ulteriormente rafforzato dai maneggi
intercorsi fra le Potenze presenti al Congresso di Berlino svoltosi fra il 13 giu-
gno e il 13 luglio 1878 riguardanti l’espansione coloniale e specialmente per
quello che fece l’armatore Raffaele Rubattino dopo che il 14 marzo 1879 la
Camera dei Deputati aveva bocciato la proposta di sovvenzionare il prolunga-
mento della rotta da Genova ad Alessandria d’Egitto includendovi i porti di
Cipro e della Siria.
(22) Infatti queste truppe non vennero incontrate quando nel luglio del 1871 la corvetta ad elica
Vettor Pisani, al comando del capitano di fregata Giuseppe Lovera di Maria, vi sostò breve-
mente nel suo viaggio verso l’Estremo Oriente per compiere alcuni rilievi idrografici della
Baia di Buia, vedi Fausto LEVA, Storia delle Campagne Oceaniche della R. Marina, vol. I, Roma,
Ufficio Storico della R. Marina, 1936, pagg. 128-129.
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