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DOTTRINA
situazione, traendone spesso vantaggio. In senso lato il termine, oggi espresso
anche dall’inglesismo fake news, indica una cattiva forma di informazione, senza
cioè il rispetto dei suoi principi cardine (obiettività, completezza, trasparenza,
precisione, citazione delle fonti) a prescindere dall’intenzionalità o meno di alte-
rare la realtà dei fatti.
Questa “disinformazione”, tipica del mondo della stampa ma in crescita
(10)
in altri contesti mediatici, ed espressa talvolta in modo più subdolo (e dunque
illecito) attraverso sottintesi sapienti, accostamenti suggestionanti, toni spro-
porzionatamente scandalizzati o sdegnati, insinuazioni, stralci mirati di pensieri
più ampi e articolati, trasmoda poi, in alcuni casi giornalistici, in vera e propria
“campagna del fango” , ben descritta in studi specifici e da acuti giornalisti
(12)
(11)
come Giuseppe D’Avanzo o Roberto Saviano (in più occasioni, tra le quali il
noto monologo al Festival internazionale del giornalismo del 2011 a Perugia)
con ricche esemplificazioni e pertinenti richiami: dal caso montato da Camilla
Cederna che portò alle dimissioni del Presidente della Repubblica Giovanni
Leone, ai persecutori servizi nei confronti del direttore di Avvenire Dino Boffo,
ad opera del Giornale di Vittorio Feltri, agli insulsi servizi di Canale 5 sui calzini
del giudice civile Raimondo Mesiano, mero estensore di una routinaria (seppur
(10) Sui limiti alla libertà di pensiero e sulle connesse plurime responsabilità del giornalista ci sia
consentito il richiamo a V. TENORE (a cura di), Il giornalista e le sue quattro responsabilità, Milano,
2018; S. FOIS, Giornalisti (ordine dei), in ENC. DIR., XVIII, 1969; M. PEDRAZZA GORLERO,
Giornalismo e Costituzione, Padova, Cedam, 1988; E. CHELI, M.C. GRISOLIA, Giornalisti: I) Profili
costituzionali, in ENC. GIUR., XV, 1989; S. LEPRI, Professione giornalista, Milano, Etas, 1991; A.
PAJNO, Giornalisti e pubblicisti (Disciplina professionale. Rapporto di lavoro e previdenza sociale), in
DIGESTO PUBBL., VII, 1991, 175; M. MEDICI, D. PROIETTI (a cura di), Il linguaggio del giornalismo,
Milano, Mursia, 1992; A. PAPUZZI, Manuale del giornalista, Roma, Donzelli, 1993; G. GOZZINI,
Storia del giornalismo, Milano, B. Mondadori, 2000; G. ABRUZZO, Codice dell’informazione, Roma,
Centro di documentazione giornalistica, 2001; A. PAPUZZI, Professione giornalista. Le tecniche, i
media, le regole, Roma, Donzelli, 2010; A. BARBANO, Manuale di giornalismo, Bari, Laterza, 2012;
C. MALAVENDA, C. MELZI D’ERIL, G. E. VIGEVANI, Le regole dei giornalisti. Istruzioni per un mestie-
re pericoloso, Bologna, il Mulino, 2012. Sulla sociologia del giornalismo e del diritto si veda l’ac-
curato studio di F. GIORGINO, Giornalismi e società, Firenze, Mondadori università, 2017.
(11) Come ben espresso nella omonima voce nella enciclopedia telematica Wikipedia, “La mac-
china del fango opera attraverso la raccolta, a volte illegale, di notizie o informazioni delicate
e riservate, allusioni, variamente estrapolate, manipolate, o anche completamente false,
riguardanti la vita privata e professionale del soggetto da colpire, e la loro successiva diffu-
sione, effettiva o semplicemente ventilata, al fine di esercitare un’indiretta ma forte pressione
sull’attività pubblica e sulla libertà personale e di espressione del soggetto colpito. I metodi
utilizzati, estrapolazioni, manipolazione, falsificazione, e i suoi fini ricattatori o diffamatori,
distinguono nettamente questa attività di dossieraggio da quella del genuino giornalismo
d’inchiesta, il cui scopo è invece l’approfondimento del lettore. Una simile attività, per il
modo in cui è concepita, e per i metodi con cui è condotta, è peraltro virtualmente in grado
di colpire, indistintamente, qualsiasi personaggio”.
(12) Sul tema, oltre alla dottrina di seguito richiamata, v. anche P. E. ROZO SORDINI, Le libertà di espres-
sione nell’era digitale: disciplina internazionale e problematiche, in www.ispionline.it, 17 ottobre 2013.
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