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IL PRECONTENZIOSO NELLE PROCEDURE DI GARA AD EVIDENZA PUBBLICA E IL
RUOLO PARAGIURISDIZIONALE DELL’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE
Solo nel caso di superamento del citato vaglio preliminare, è prevista l’as-
segnazione al Consigliere relatore competente. È poi l’Ufficio che provvede a
comunicare alle parti l’avvio del procedimento, assegnando loro un termine
non superiore a cinque giorni per la presentazione di memorie e documenti ove
mancanti.
Al fine di evitare che la prosecuzione della procedura di gara possa com-
promettere l’efficacia dell’intervento dell’Autorità, il Regolamento prevede che
l’istanza introduttiva rechi sempre l’impegno “a non porre in essere atti pregiu-
dizievoli ai fini della risoluzione della questione fino al rilascio del parere”. Se
invece l’istanza è singola ed è presentata da una parte diversa dalla stazione
appaltante, quest’ultima, con la comunicazione di avvio del procedimento, è
invitata a non porre in essere “atti pregiudizievoli ai fini della risoluzione della
questione fino al rilascio del parere”.
Alla luce della documentazione prodotta e delle informazioni acquisite,
l’Ufficio può disporre, ove lo ritenga, l’audizione delle parti interessate.
Completata l’istruttoria, compete sempre all’Ufficio presentare il parere al
Consigliere relatore per la successiva approvazione da parte del Consiglio, che
deve in ogni caso adottare il parere entro trenta giorni dalla ricezione del-
l’istanza.
Quanto al contenuto, il parere può essere reso in forma semplificata nei
casi in cui la questione oggetto dell’istanza appaia di pacifica risoluzione e
riguardi una gara il cui valore sia di importo inferiore alla soglia comunitaria, per
servizi e forniture, e inferiore a un milione di euro per i lavori; ovvero può esse-
re reso in forma semplificata anche attraverso “il mero rinvio a precedenti pare-
ri già adottati”, quando si tratti di parere non vincolante in appalti sopra soglia,
o di parere vincolante ove la questione sia di pacifica risoluzione.
In tali casi, l’Ufficio, in deroga al procedimento ordinario, predispone
direttamente una bozza di parere con una motivazione in forma semplificata
che, previa approvazione del Presidente, viene sottoposta all’approvazione del
Consiglio. Dalla suddetta disciplina risulta possibile ricostruire le caratteristiche
principali dell’istituto de quo.
Occorre premettere che le suddette disposizioni regolano effettivamente
due istituti con funzione diversa, a seconda che l’istanza di parere sia formulata
a meri fini interpretativi o che, all’opposto, il coinvolgimento dell’Autorità
avvenga a valle dell’adozione di un provvedimento amministrativo potenzial-
mente impugnabile innanzi al giudice amministrativo, riguardo al quale sia
insorta una “questione” dove le parti decidono, in prima battuta, di investire
l’ANAC.
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