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DOTTRINA



                  In conclusione, si invocherà un raccordo tra le differenti normative che
             intendono promuovere comportamenti etici e virtuosi, onde favorire un auten-
             tico orientamento da parte delle imprese alla legalità.


             2. La logica di fondo del rating nell’analisi finanziaria
                  Sembra necessario premettere che il rating ha, in finanza, una lunga storia.
             Si è diffuso sin dall’inizio del secolo scorso negli Stati Uniti per agevolare la rac-
             colta di fondi privati mediante emissione di obbligazioni da parte delle società
             impegnate in grandi investimenti come la costruzione di ferrovie.
                  Oggi il rating è espresso da analisti finanziari abilitati (Standard e Poors,
             Modies, Fitch) e consente di collocare l’impresa finanziata in una scala che sin-
             tetizza la probabilità di default. Si fonda su indicatori della dinamica dei flussi
             di reddito e di cassa, opportunamente integrati da giudizi qualitativi-strategici e
             comportamentali nella gestione delle linee di credito .
                                                               (1)
                  La probabilità di default viene ricondotta in differenti classi mediante l’im-
             piego di codici alfanumerici successivi. Tale simbologia consente alla comunità
             finanziaria una immediata percezione del grado di rischio dell’impresa.
                  I criteri seguiti nell’attribuzione del punteggio, principali asset immateriali
             delle agenzie di rating, sono il frutto di un’esperienza sedimentata nel tempo. I
             terzi fanno ad essi affidamento risparmiando i costi connessi al reperimento
             delle informazioni e facendo affidamento sulla serietà del giudizio.
                  Con la crisi finanziaria del 2008, il rating per certi versi è sembrato uno
             strumento inadeguato in quanto anche la Lehman Brothers aveva un rating di
             solvibilità massimo pur se si stava accingendo ad andare in default.
                  Il  rating finanziario è però riuscito a superare tale sfiducia rafforzando
             ancora le metodologie e limitando i conflitti di interesse. D’altra parte, assolve
             a funzioni insostituibili per la facilità di impiego, i ridotti costi, la diffusione
             nella comunità degli affari. Ancora oggi è pertanto un giudizio cui la comunità
             finanziaria guarda come termine di paragone, e non è concepibile che un debi-
             tore alle prese con una rilevante emissione di debito o di azioni non si preoccupi
             del giudizio che viene assegnato all’operazione da parte delle agenzie di rating.
                  Data la sua importanza, costringe le imprese a osservare regole precise
             nelle scelte di investimento e di finanziamento, ad esempio rinviando decisioni
             che potrebbero compromettere il giudizio sulla solvibilità. Viene sempre più
             utilizzato dalle imprese, inoltre, nella comunicazione finanziaria con le banche,
             i finanziatori, gli azionisti e i terzi.

             (1)  A. DEL POZZO, Controllo finanziario e rischio di default, vol. 1, F. Angeli, 2012.

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