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STRATEGIE DI CONTRASTO ALLA CORRUZIONE NEL PANORAMA
INTERNO E INTERNAZIONALE
Rispetto alla responsabilità da reato degli enti, infatti, una delle maggiori
criticità riscontrate in alcuni degli ordinamenti che hanno previsto tale disciplina
risiede nel fatto che, in alcuni casi, il legislatore nazionale - senza fornire alcuna
linea-guida - demanda integralmente la definizione della regola cautelare di pre-
venzione del reato all’ente, salvo poi giudicare ex post l’effettiva idoneità del
modello, cui si subordina la possibilità di esentare da pena il soggetto collettivo.
In altri ordinamenti, invece, vengono concepite in alcuni settori forme di
responsabilità oggettiva in cui l’ente si trova a subire una sanzione “da rimbal-
zo” rispetto all’illecito del proprio organo persona fisica, senza alcuna possibi-
lità di dimostrare l’assenza di una vera e propria colpa in organizzazione che
abbia reso possibile l’illecito.
Tale criticità pare il vero nodo problematico di questa importante discipli-
na, in quanto viene messa in crisi (nel primo caso in concreto, e nel secondo
addirittura esclusa già in astratto) la concreta spendibilità processuale del
modello di prevenzione dei reati implementato dall’ente, con tutto ciò che que-
sto comporta in termini di (minore) diffusione di tale virtuoso modello nel
mondo economico, in tal modo rendendosi non del tutto conveniente per l’ente
l’adozione dei protocolli preventivi - al di là dell’indispensabilità, come detto,
della presenza di una funzione aziendale di compliance per la gestione del rischio
di non conformità alle legislazioni.
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