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STALKING: CO-COSTRUZIONE DI UNA RELAZIONE?



               diabilmente a cadere, quando cioè il partner l’abbandona o muore, quando nel
               lavoro o nello studio sperimenta l’insuccesso, quando la malattia gli tormenta il
               fisico e gli accorcia la vita, allora l’individuo autocentrato si trova drammatica-
               mente  confrontato  con  un’esistenza  percepita  come  assolutamente  priva  di
               significato.
                     Nell’atteggiamento eterocentrato la ricerca di un senso per la propria esi-
               stenza è sì rivolta all’altro-da-sé, ma finisce per cristallizzarsi sostanzialmente
               intorno a un solo significato, che viene così assolutizzato.
                     La premessa erronea è qui rappresentata dall’idea che il significato dell’esi-
               stenza possa essere scelto “una volta per tutte”, quando, invece, continuamente
               la vita ci interroga proponendoci nuove situazioni, nuove difficoltà, nuovi signi-
               ficati da realizzare. Il significato intorno al quale ruota tutta l’esistenza dell’in-
               dividuo completamente eterocentrato è diverso da caso a caso. Può trattarsi di
               un figlio, di un ideale politico, di un progetto da realizzare, di un lavoro da svol-
               gere. Il denominatore comune, in queste circostanze, è rappresentato dal senso
               di assoluto vuoto esistenziale provato dai soggetti allorquando l’unico scopo
               della propria vita scompare.
                     Ciò si verifica, ad esempio, con la morte del figlio, con il fallimento della
               propria ideologia o con l’andare a monte del proprio progetto. A questo punto si
               fa strada la disperante idea che “tutto sia perduto”. Tale idea potrebbe essere alla
               base di molti atteggiamenti di persecuzione che possono arrivare fino all’elimina-
               zione dell’altro, come se il pensiero fosse: “o dai senso alla mia vita o ti tolgo la
               tua”, o anche: “non ti permetterò di dare senso alla vita di qualcun altro”.
                     Sembra un po’ quello che accade in molti casi di stalking nati nell’ambito
               di  una  relazione  affettiva,  come  per  esempio,  di  Luca  Delfino  e  Antonella
               Multari .
                      (8)
                     I due giovani avevano una relazione affettiva ed erano passati, velocemen-
               te,  da  una  frequentazione  saltuaria  alla  convivenza.  Il  comportamento  di
               Delfino era assai intrusivo e tendente a limitare enormemente l’autonomia di
               Antonella. In poco tempo Luca l’aveva completamente isolata da amici e paren-
               ti: Antonella non poteva uscire con le sue amiche, non poteva presentarsi ad un
               colloquio di lavoro da sola, non poteva andare a trovare i suoi genitori. Luca le
               controllava il cellulare, le cancellava i numeri della rubrica, la costringeva ad
               uscire sempre in sua compagnia ed a presentarlo agli altri come suo “marito”.
               Tutta la vita di Luca era incentrata sul controllo e sul possesso di Antonella
               come se per lui fosse l’unica possibilità di senso. Antonella, ormai isolata da
               amici e familiari, ha avuto difficoltà a chiedere aiuto.

               (8)   Trattasi di un caso reale, giunto ai clamori della cronaca per il suo triste esito.

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