Page 106 - Rassegna 2019-2
P. 106
DOTTRINA
Se da un lato c’è l’imposizione di un rapporto sbilanciato sul versante del-
l’impossessamento della vita dell’altro, dall’altro lato sembra esserci l’incapacità
di mettere dei confini, come se la propria vita fosse qualcosa che non merita
rispetto, come se Antonella non avesse dentro di sé il senso di preziosità della
propria esistenza, che non essendo un “oggetto di valore” si può mettere nelle
mani di un altro lasciando che questi giochi il suo gioco, senza conoscerne le
regole.
Solo quando emerge la paura sulla propria incolumità fisica, Antonella
cerca di sottrarsi, ma non sa che una delle sue regole sta nel fatto che una volta
iniziato il gioco, esso continua “per sempre” oppure si muore. Antonella lo sco-
pre, a sue spese, troppo tardi: “Se non torno con te cosa mi fai, eh? Cerchi di
strangolarmi come l’altra sera, eh? Tanto tu sei così, Luca Delfino è così, o si fa
quello che vuole o ti prende alla gola. O lo accontenti o uccide ”.
(9)
6. Lo stalking come relazione Io-Esso
Come è stato precedentemente affermato, i dati di ricerca hanno messo in
luce che nella maggior parte dei casi esiste una relazione pregressa tra lo stalker
e la sua vittima e tale relazione implica, frequentemente, un legame di tipo sen-
timentale o sessuale. In merito alla relazione fra vittima e stalker, alcuni autori
(10)
ipotizzano l’esistenza di un incastro relazionale tra i due soggetti, alimentato da
un meccanismo di co-dipendenza, in cui la strutturazione del rapporto stalker-
vittima è associata ad una totale e disfunzionale focalizzazione dell’altro partner
sui propri bisogni e comportamenti. Nelle coppie co-dipendenti il partner
“sano” organizza la sua esistenza in funzione dell’altro e della sua malattia,
senza la quale sembra impossibile continuare a rivestire un importante ruolo di
sostegno; obiettivo, irraggiungibile, dello stare insieme all’altro è salvarlo, anche
ove ciò comporti gravi sofferenze e implichi comportamenti abusanti o maltrat-
tanti da parte del partner. Ciò comporta una strutturazione simbiotica del lega-
me stesso con il rischio di assoluto stallo e irrigidimento dei ruoli che diventano
immodificabili.
Come del resto accade all’interno di ogni fenomeno umano complesso
non sono tanto le singole caratteristiche specifiche dello stalker o della vittima a
determinare le dinamiche dello stalking, quanto piuttosto quello che potrebbe
definirsi come un “sistema emergente” (disfunzionale) determinato dalle moda-
lità di incastro tra le caratteristiche personali dei due soggetti interagenti. In una
(9) Tratto da un’intercettazione telefonica tra Antonella e Luca resa nota dalla stampa.
(10) M. P. BREWSTER, 2003; SPITZBERG, CUPACH, 2002.
104