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DOTTRINA



                  Se da un lato c’è l’imposizione di un rapporto sbilanciato sul versante del-
             l’impossessamento della vita dell’altro, dall’altro lato sembra esserci l’incapacità
             di mettere dei confini, come se la propria vita fosse qualcosa che non merita
             rispetto, come se Antonella non avesse dentro di sé il senso di preziosità della
             propria esistenza, che non essendo un “oggetto di valore” si può mettere nelle
             mani di un altro lasciando che questi giochi il suo gioco, senza conoscerne le
             regole.
                  Solo quando emerge la paura sulla propria incolumità fisica, Antonella
             cerca di sottrarsi, ma non sa che una delle sue regole sta nel fatto che una volta
             iniziato il gioco, esso continua “per sempre” oppure si muore. Antonella lo sco-
             pre, a sue spese, troppo tardi: “Se non torno con te cosa mi fai, eh? Cerchi di
             strangolarmi come l’altra sera, eh? Tanto tu sei così, Luca Delfino è così, o si fa
             quello che vuole o ti prende alla gola. O lo accontenti o uccide ”.
                                                                          (9)


             6. Lo stalking come relazione Io-Esso
                  Come è stato precedentemente affermato, i dati di ricerca hanno messo in
             luce che nella maggior parte dei casi esiste una relazione pregressa tra lo stalker
             e la sua vittima e tale relazione implica, frequentemente, un legame di tipo sen-
             timentale o sessuale. In merito alla relazione fra vittima e stalker, alcuni autori
                                                                                      (10)
             ipotizzano l’esistenza di un incastro relazionale tra i due soggetti, alimentato da
             un meccanismo di co-dipendenza, in cui la strutturazione del rapporto stalker-
             vittima è associata ad una totale e disfunzionale focalizzazione dell’altro partner
             sui  propri  bisogni  e  comportamenti.  Nelle  coppie  co-dipendenti  il  partner
             “sano”  organizza  la  sua  esistenza  in  funzione  dell’altro  e  della  sua  malattia,
             senza la quale sembra impossibile continuare a rivestire un importante ruolo di
             sostegno; obiettivo, irraggiungibile, dello stare insieme all’altro è salvarlo, anche
             ove ciò comporti gravi sofferenze e implichi comportamenti abusanti o maltrat-
             tanti da parte del partner. Ciò comporta una strutturazione simbiotica del lega-
             me stesso con il rischio di assoluto stallo e irrigidimento dei ruoli che diventano
             immodificabili.
                  Come del resto accade all’interno di ogni fenomeno umano complesso
             non sono tanto le singole caratteristiche specifiche dello stalker o della vittima a
             determinare le dinamiche dello stalking, quanto piuttosto quello che potrebbe
             definirsi come un “sistema emergente” (disfunzionale) determinato dalle moda-
             lità di incastro tra le caratteristiche personali dei due soggetti interagenti. In una

             (9)  Tratto da un’intercettazione telefonica tra Antonella e Luca resa nota dalla stampa.
             (10)  M. P. BREWSTER, 2003; SPITZBERG, CUPACH, 2002.

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