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STALKING: CO-COSTRUZIONE DI UNA RELAZIONE?
possono nutrire nei loro riguardi “infatuazioni morbose”, come conseguenza di
un fraintendimento relativo al tipo di interesse e di accudimento operato nei
loro confronti;
- Altri contatti lavorativi: questa categoria comprende vittime molestate
nell’ambiente lavorativo da parte di datori, colleghi, clienti o dipendenti. In que-
sti ambiti gli stalker appartengono di solito al tipo dei corteggiatori inadeguati,
in cerca di intimità o rancorosi . Normalmente questo tipo di stalking inizia sul
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posto di lavoro, attraverso situazioni di conflitto, persecuzioni o mobbing, per
sconfinare successivamente nella vita privata della vittima;
- Sconosciuti: questa categoria raccoglie quelle vittime che non conoscono
il loro stalker, se non nel momento in cui questi ultimi mettono in atto i loro
comportamenti persecutori. Le vittime di questo gruppo, uomini o donne,
adulti o bambini, vengono scelti per motivi estetici o per il loro status sociale
reale o, nel caso dei molestatori telematici, per la versione di queste stesse carat-
teristiche in una forma fantasticata dallo stesso stalker;
- Personalità pubbliche: comprendono persone note nell’ambito dello spet-
tacolo, sport, politici, governanti, spesso oggetto di molestie da parte di uomini
o donne convinti di avere con loro un legame elettivo o di doversi vendicare per
un torto subito;
- Vittime secondarie: si tratta per lo più di persone che hanno una relazione
con la vittima, amici, familiari, colleghi di lavoro o di un nuovo partner. Questa
categoria comprende quelle figure coinvolte in molestie per via della loro vici-
nanza alla vittima designata. In questo caso lo stalker cerca di colpire, attraverso
minacce o aggressioni, la persona percepita come un ostacolo nel suo rapporto
con la vittima .
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Un ulteriore gruppo è rappresentato dalle “false vittime”, ovvero da chi
accusa di essere vittima pur non essendolo.
5. L’altro come unica possibilità di senso
Volendo generalizzare sembra che “lo stalker” sia una persona molto sensi-
bile alla separazione, all’abbandono o al rifiuto. Queste persone, quindi, agiscono
con una specifica serie di comportamenti di tipo persecutorio che percepiscono
come funzionali al loro benessere ovvero tali da sedare la loro ansia e contenere
la loro “paura”. È come se l’esistenza di questo individuo, dal quale risulta
impossibile separarsi, fosse incentrata sulla presenza dell’altro nella propria vita.
(6) M. T. PATHÉ, et al., 2003.
(7) R. PURCELL, et al., 2003.
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