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DOTTRINA



                  3. comportamenti associati (per esempio minacce, 41-75%; aggressioni fisiche,
             23-81%; aggressioni sessuali, 7-54%).
                  Considerevole è anche la diffusione delle molestie telematiche (cosiddette
             Cyberstalking), attraverso l’invio di e-mail, siti web, chat rooms, le cui percentuali
             variano fra il 19.5% e il 25%.
                  Passando in rassegna la letteratura scientifica italiana, ma soprattutto inter-
             nazionale, che si è occupata del fenomeno dello stalking si può osservare come
             gli studi, nella maggior parte dei casi, siano rivolti a individuare una classifica-
             zione più o meno esaustiva delle vittime di stalking, degli stalker, dei loro com-
             portamenti e delle migliori, in quanto più funzionali, modalità di coping.


             3. Classificazione degli stalker
                  Molte  delle  condotte  comportamentali  messe  in  atto  dallo  stalker  sono
             accomunate, oltre che dall’intrusività, anche da forme eccessive, inappropriate
             e pressanti di richiesta di intimità nella relazione, che giungono fino alla violen-
             za fisica. Per la letteratura scientifica italiana il contributo di maggior rilievo è
             senza dubbio quello offerto dal prof. Ugo Fornari nel “Trattato di psichiatria
             forense” .
                     (4)
                  Lo psichiatra, all’interno di un capitolo dedicato ai “comportamenti ses-
             suali  devianti  e  criminali”  parla  della  “sindrome  del  molestatore  assillante”
             (anche detto stalker), la quale, secondo l’autore, trova la sua “matrice dinamica
             nella incapacità/impossibilità di mantenere una relazione interpersonale signi-
             ficativa” e “nella incapacità di stabilire, mantenere e rispettare i limiti e il reci-
             proco spazio di libero movimento” (ibidem). Secondo l’autore gli stalker non
             sarebbero in grado di elaborare la ferita narcisistica derivante dal rifiuto, più o
             meno esplicito. Si tratta cioè di persone che non riescono ad accettare il fatto
             di essere stati abbandonati o di non essere al centro dell’attenzione di un’altra
             persona (la vittima designata).
                  Mullen, Pathé e Purcell (2009) propongono una classificazione degli stalker
             che tiene conto della relazione precedente tra stalker e vittima, della situazione in
             cui lo stalking si configura, anche relativamente alle possibili motivazioni latenti,
             e permette una prima valutazione del tipo di intervento possibile per l’interru-
             zione della condotta di stalking. Gli autori distinguono gli stalker in cinque grandi
             categorie in funzione di alcuni tratti peculiari e degli specifici obiettivi relazionali
             impliciti cui assolvono le molestie assillanti. Si parla dunque di stalker:


             (4)  U. FORNARI, 2005.

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