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IL REATO DI OBSOLESCENZA PROGRAMMATA IN FRANCIA
Sotto il primo profilo, si evidenzia come un modello produttivo basato su
una produzione di beni di consumo artificialmente gonfiata molto al di là delle
effettive necessità degli utenti sia fonte di una più accentuata compromissione
delle risorse ambientali dell’ecosistema terrestre , sia a causa dell’inquinamento
(6)
e dell’impiego sovradimensionato di risorse anche non rinnovabili, sia a causa
del conseguente problema dello smaltimento dei rifiuti, che nel caso di molti
prodotti ad alta tecnologia sono particolarmente inquinanti: processi di smalti-
mento il cui flusso già di per sé problematicamente eccessivo e dagli ingenti
costi può diventare un business fruttuoso per le mafie interne e internazionali ,
(7)
arricchendo le stesse e avvelenando spesso irreversibilmente popolazioni
umane e habitat naturali. Sotto il secondo profilo, il consumatore risulta econo-
micamente impoverito dalla continua obsolescenza dei prodotti che acquista,
incentivato e, di fatto, costretto a continui esborsi per procurarsi l’ultima gene-
razione di beni ad alta tecnologia, magari senza avere un’effettiva esigenza di
prodotti a più alte prestazioni. Si tratta di spese che possono pesare anche signi-
ficativamente su bilanci familiari già depauperati dalle conseguenze della pro-
lungata crisi economica, in un contesto sociale in cui l’uso di apparecchiature
altamente tecnologiche oggetto di fenomeni di obsolescenza programmata,
spesso percepite come indispensabili per realizzare i bisogni della vita di tutti i
giorni, è ormai diffuso in tutte le classi e i ceti sociali.
Le norme consumeristiche di matrice europea hanno inciso sul tema e
prodotto alcuni effetti, senza pertanto, ad ora, essersi dimostrate risolutive. In
particolare, l’obbligo biennale (almeno) di conformità al contratto dei beni
(8)
(6) V. M. FABRE, W. WINKLER, L’obsolescence programmée, symbole de la société du gaspillage: les cas des
produits élecriques et électroniques, rapporto dell’associazione “Amis de la terre” e del “Centre natio-
nal d’information indépendante sur les déchets”, 2010, disponibile on-line, http://temis.documenta-
tion.developpement-durable.gouv.fr/document.html?id=Temis-0078790&n=11&q=
descripteur%253A%257CSOCIETE+DE+CONSOMMATION%257C&; E. VIDALENC,
L. MEUNIER, Obsolescence des produits: l’impact écologique, in FUTURIBLES, 2014, n. 402.
(7) Sul tema, cfr., tra gli altri, Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite con-
nesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (istituita con legge 7 gennaio
2014, n. 1), XVII legislatura, Relazione conclusiva (relatrice: On. Chiara Braga), approvata
nella seduta del 28 febbraio 2018, disponibile on-line, http://documenti.camera.it
/_dati/leg17/lavori/documentiparlamentari/IndiceETesti/023/053/INTERO.pdf, nonché
Relazione su aspetti critici e fenomeni illeciti nel traffico transfrontaliero di rifiuti (relatori: On. Chiara
Braga, Sen. Bartolomeo Pepe, Sen. Francesco Scalia), approvata dalla Commissione nella
seduta del 14 febbraio 2018, disponibile on-line, https://www.senato.it/
service/PDF/PDFServer/DF/336064.pdf.
(8) Cfr. Sén. M. C. BLANDIN, Rapport d’information du Sénat, fait au nom de la mission d’information sur
l’inventaire et le devenir des matériaux et composants des téléphones mobiles, del 27 settembre 2016, ana-
lizzando Paese per Paese l’adozione di eventuali periodi più lunghi (p. 61) e suggerendo di
portare la stessa a quattro anni per i telefoni cellulari (p. 62), disponibile on-line,
http://www.senat.fr/rap/r15-850/r15-8501.pdf.
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