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DOTTRINA




          comportamento idoneo da seguire; operando in un contesto caratterizzato da
          permanente imprevedibilità, è cruciale la capacità di gestire lo stress derivante
          anche dall’esigenza di rimanere in continuo stato di allerta, facendo particolare
          attenzione ad ogni singolo dettaglio. Inoltre, al Carabiniere è richiesta non solo
          la capacità di lavorare in gruppo ma anche da solo, questo presuppone la neces-
          sità di prendere l’iniziativa e, di conseguenza, assumere decisioni autonome, a
          conferma di una professionalità comunque larga e compiuta.
               Alla luce di quanto esposto non è banale sottolineare come ogni membro
          dell’organizzazione  debba  essere  equilibrato  ed  avere  una  ferma  capacità  di
          autocontrollo;  gestire  le  emozioni  in  un  ambiente  che  sottopone  a  continui
          stress non può prescindere dal buon senso quale caratteristica essenziale del-
          l’agire. Tanto più che sono di certo elevati i fattori di rischio, anche di vita, che
          accresce anche la consapevolezza nello stesso agire.
               Tra tutte le qualità necessarie per svolgere al meglio le proprie funzioni, è
          sicuramente indispensabile che il militare adotti costantemente un orientamen-
          to alla situazionalità, ovvero la capacità di capire l’interlocutore rapidamente,
          percepirne lo stato d’animo e quindi prevederne le intenzioni, in modo tale da
          adottare  l’approccio  migliore  e  più  adatto  finalizzato  al  perseguimento  del-
          l’obiettivo specifico. L’empatia, quale capacità di entrare in comunicazione con
          l’interlocutore  quale  altri  da  sé,  si  pone  come  qualità  centrale  dei  membri
          dell’Arma, sia per i militari di truppa ma soprattutto per gli ufficiali; il compito
          di questi ultimi, oltre ad avere la responsabilità di mezzi, persone e infrastruttu-
          re è sicuramente quello di essere i naturali coach dei propri sottoposti.
               A tal fine l’Ufficiale  deve porsi quale leader soprattutto morale, e per far
                                  (24)
          ciò  deve  inevitabilmente  essere  parte  dello  sforzo  che  richiede  ai  propri
          Carabinieri. A questo non sono solo richieste particolare prontezza, buon senso
          e tutte le altre caratteristiche “soft” del Carabiniere semplice, ma anche e soprat-
          tutto la capacità di sviluppare il senso dell’iniziativa, e inoltre “deve ricordare
          che uno dei principali scopi cui deve tendere l’educazione militare, è quello di
          inculcare la coscienza della dignità personale, e del proprio valore come uomo
          e come soldato, nonché la necessaria fiducia nei compagni e nei capi” .
                                                                             (25)
          (24)  “Lo scopo del buon dirigente è stabilire e conseguire gli obiettivi dell’istituzione; nel fare
               questo si esplicano funzioni manageriali e si impiegano risorse umane (persone), finanziarie
               (denaro) e fisiche (impianti-attrezzature e materiali); quindi il dirigente pianifica, organizza,
               delega e controlla”. Il buon dirigente deve saper coniugare tre tipi di “intelligenza:
               -  Intelligenza tecnica: che è data dalle competenze tecnico professionali;
               -  Intelligenza emozionale: che è data dalla capacità di relazionarsi con gli altri;
               -  Intelligenza spirituale: che è data dal valore e dall’etica professionale”.
               Si veda S. PANEFORTE, Il dirigente tra Manager e Leader, Scuola di perfezionamento Forze di
               Polizia, XXXI Corso di Alta formazione. Cit.
          (25)  Nota preliminare al Regolamento Generale del 1912.

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