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DOTTRINA




          compiano una maggiore varietà di crimini, violenti e non violenti, rispetto alla
          controparte non psicopatica . Occorre precisare che la psicopatia, sebbene
                                      (19)
          possa costituire un grave fattore di rischio per la messa in atto di condotte cri-
          minali, non debba essere intesa come sinonimo di criminalità: non tutti i crimi-
          nali possono essere definiti psicopatici, e non tutti gli psicopatici, malgrado i
          loro tratti di personalità, commettono reati . Al fine di comprendere la man-
                                                   (20)
          cata corrispondenza univoca tra il concetto di criminalità e quello di psicopatia,
          si prendano in considerazione quali relazioni intercorrono tra quest’ultimo e il
          disturbo antisociale di personalità.
               Il disturbo antisociale di personalità ha costituito per lungo tempo oggetto
          di dibattito poiché inteso, talvolta, impropriamente come concetto equivalente
          a  quello  di  psicopatia .  In  particolare,  a  partire  dalla  terza  edizione  del
                                (21)
          Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) , oggi giunto
                                                                       (22)
          alla sua quinta edizione (DSM-5) , il disturbo antisociale di personalità è stato
                                         (23)
          definito da criteri utili ad evidenziare le condotte comportamentali proprie degli
          individui tendenti alla criminalità. Le caratteristiche necessarie per porre la dia-
          gnosi di disturbo antisociale di personalità sembrano presentare un inadeguato
          grado  di  specificità  rispetto  agli  elementi  precipui  e  unici  dell’individuo  con
          caratteristiche di personalità psicopatiche . Quest’ultimo oltre a presentare il
                                                  (24)
          tipico  modello  pervasivo  di  comportamento  basato  sull’inosservanza  e  sulla
          violazione dei diritti degli altri osservabile nella personalità antisociale, si carat-
          terizza per la serie di ulteriori elementi di funzionamento malevoli descritti in
          precedenza.
               Ciò conduce a porre la stessa diagnosi di disturbo antisociale di persona-
          lità a individui dalle caratteristiche psicologiche e dalla condotta criminale signi-
          ficativamente differenti.

          (19)  R. D. HARE, & L. M. MCPHERSON, 1984, op. cit.; D. S. KOSSON, S. S. SMITH, J. P. NEWRNAN,
               1990, op. cit.
          (20)  R. D. HARE, 2009, op. cit.
          (21)  S. D. HART, R. D. HARE, Psychopathy: Assessment and association with criminal conduct, in D. M.
               STOFF, J. BREILING, J. D. MASER (a cura di), HANDBOOK OF ANTISOCIAL BEHAVIOR, John Wiley
               & Sons Inc, Hoboken, 1997, pag. 22-35; S. SHIPLEY, B. A. ARRIGO, The confusion over psychopa-
               thy (II): Implications for forensic (correctional) practice, in INTERNATIONAL JOURNAL OF OFFENDER
               THERAPY  AND COMPARATIVE CRIMINOLOGY,  2001,  45,  4,  407-420;  J.  R.  OGLOFF,
               Psychopathy/antisocial  personality  disorder  conundrum,  in  AUSTRALIAN  AND NEW ZEALAND
               JOURNAL OF PSYCHIATRY, 2006, 40, 6-7, 519-528; V. CARETTI, S. CIULLA, A. SCHIMMENTI, La
               diagnosi  differenziale  nella  valutazione  della  psicopatia  e  del  comportamento  violento,  in  RIVISTA
               SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, 2012, 1, 139-157.
          (22)  American Psychiatric Association, DSM III. MANUALE DIAGNOSTICO E STATISTICO DEI DISTURBI
               MENTALI, traduzione italiana Masson, Milano, 1983.
          (23)  American Psychiatric Association, DSM-5. MANUALE  DIAGNOSTICO  E  STATISTICO  DEI  DISTURBI
                        a
               MENTALI, 5  edizione, traduzione italiana Raffaello Cortina, Milano, 2014.
          (24)  V. CARETTI, S. CIULLA, A. SCHIMMENTI, 2012, op. cit.
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